Roger Corman, omaggio del Festival di Locarno

Tributo al regista, sceneggiatore e produttore statunitense con la proiezione di due suoi film - The Intruder e Masque of the Red Death - oltre ad essere ospite d’onore della Filmmakers Academy


Lo statunitense Roger Corman sarà omaggiato durante la 69a edizione del Festival del film Locarno con la proiezione di due suoi film – The Intruder (1962) e Masque of the Red Death (1964) – oltre ad essere ospite d’onore della Filmmakers Academy, il progetto di formazione di giovani registi. Prevista anche una masterclass aperta a tutto il pubblico del Festival.

Da regista e sceneggiatore Corman ha realizzato film in cui la modalità a basso costo si coniugava in maniera inedita con principi di qualità e popolarità, riuscendo a reinventare, grazie al suo sguardo d’autore, il grande universo del cinema di genere, dall’horror alla fantascienza, fino allo splatter.
Basti ricordare la serie di grandi film tratta dai racconti di Edgar Allan Poe o il capolavoro La piccola bottega degli orrori (1960), girato in due giorni e una notte ma destinato a lunga vita. Epopee che hanno lanciato sullo schermo attori come Jack Nicholson, Charles Bronson, Robert De Niro, Sylvester Stallone e Sandra Bullock e, trasformato in icone, Vincent Price, Peter Lorre e Boris Karloff.
Grazie alla sua capacità di pensare a un cinema fuori dalle regole viene definito “The Pope of Pop Cinema”, un riferimento per tutta una generazione di cineasti per il suo spirito inventivo e ribelle, oltre che per la sua abilità in qualità di produttore nello scoprire giovani talenti Francis Ford Coppola, Howard, Scorsese, Demme e Cameron.

“Roger Corman è un nome che da solo evoca un modo di intendere e di fare cinema, espressione di libertà e di indipendenza. Le sue produzioni e i suoi film sono un modello produttivo, economico e artistico che ancora oggi ha molto da raccontare”, questo il commento di Carlo Chatrian, direttore artistico del Festival di Locarno

07 Giugno 2016

Locarno 2016

Locarno 2016

Pardo d’oro a Godless

Si è conclusa l’edizione numero 69 del festival di Locarno. Pardo d’oro al bulgaro Godless, che vince anche il premio per la miglior interpretazione femminile, grazie all’attrice Irena Ivanova. Il Pardo per la migliore regìa lo guadagna invece Joao Pedro Rodrigues con O ornitòlogo, pellicola attesissima a Locarno, che conferma la vocazione onirica del regista portoghese. Premi speciali a Scarred Hearts, del rumeno Radu Jude e Mister Universo, di Tizza Covi e Rainer Frimmel.

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Ken Loach, la lotta continua

Il festival di Locarno chiude la sua edizione numero 69 incontrando uno degli ospiti più attesi. Il regista che da sempre è attento alle tematiche sociali ha presentato al pubblico festivaliero la sua ultima fatica, vincitrice della Palma d’oro a Cannes, I, Daniel Blake. Accompagnato dall’attore protagonista Dave Johns, ha raccontato quanto sia ancora importante credere in un cinema che aiuti la gente ad avere fiducia nel futuro e a lottare per un una società più giusta: “O si lotta o si va alla canna del gas. Per lottare però ci vuole speranza e spesso questa è narcotizzata, ridotta ai minimi termini dal potere, che manipola l’informazione per controllarci, farci credere che nulla cambierà. Ci vuole coscienza di classe e non solo individuale. E in questo i film possono molto. ‘Agitare, educare, organizzare’, dicevano tanti anni fa nei sindacati. Ecco, credo che le prime due cose si possano fare attraverso il grande schermo. La terza azione però appartiene all’individuo, alle sue scelte”.

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“La natura delle cose” ai confini dell’umano

La malattia come missione per esplorare i limiti dell’umano: è questo concetto a guidare il viaggio cinematografico nel 'fine vita' compiuto da Laura Viezzoli con La natura delle cose, opera prima selezionata fuori concorso al festival di Locarno 2016. Attraverso l’esperienza di Angelo Santagostino, immobilizzato dalla Sla e in comunicazione con il resto del mondo solo grazie al suo pc, il documentario affronta le delicate questioni dell’eutanasia e del rifiuto dell'accanimento terapeutico. Il racconto dell’inesorabile progredire della malattia, che allontana poco a poco Angelo dalla vita e dalla sua capacità di relazionarsi con gli altri è affidata alle impressioni e ai ricordi dello stesso protagonista (a dargli la voce è l’attore Roberto Citran), ma anche ad un ricco repertorio di immagini relative alla vita degli astronauti e alle loro imprese spaziali. In questo continuo confronto Angelo Santagostino non è il malato di cui avere pietà, ma un esploratore alla scoperta dell’estremo, del “vivibile” e dell’“invivibile” umano, che come un astronauta sospeso nello spazio galleggia in un corpo non più suo lontano dalla vita terrena.

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“Mister Universo” e “The Challenge”: due viaggi tra passato e presente

Batte bandiera austriaca, anche se parla italiano, Mister Universo, l’ultimo film della coppia Tizza Covi - Rainer Frimmel, in concorso al festival di Locarno. Attraverso il viaggio di due artisti circensi, la pellicola, volutamente in bilico tra realtà e finzione, ricostruisce il passato di un mondo destinato a finire, quello del circo appunto, nel quale i due giovani non si riconoscono più. In competizione nella sezione cineasti del presente è invece The Challenge, documentario in cui l ’artista visivo Yuri Ancarani scopre il Qatar raccontando una delle tradizioni più radicate nel paese: la caccia del falcone.


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