L’uomo che non c’era, il noir che sa di gin e di adulterio

Per molti L’uomo che non c’era è il miglior film dei Coen, addirittura superiore al pur straordinario Fargo


Fatevi avanti, signore e signori, e ammirate questa delizia che i fratelli Coen hanno preparato per noi una ventina d’anni fa. L’uomo che non c’era (2001) è un’esperienza unica, particolare e indimenticabile.

Non è solo un gran noir che sa di gin e adulterio, dove l’uomo giusto viene condannato per il crimine sbagliato. L’aspetto, l’atmosfera e l’ingegno di questo film sono modulati con tale armonia da renderlo un gioiello inestimabile. È girato in bianco e nero e in modo così elegante da ricordare certe grosse auto americane del passato: dai profili cromati su cui si specchia il sole, profumati di legno e pelle, dai dettagli d’acciaio brunito. Tutto bagliori e curve sinuose.

Ambientato nella sonnolenta cittadina californiana di Santa Rosa nel 1949, L’uomo che non c’era vede protagonista uno ieratico Billy Bob Thornton nei panni di Ed Crane, un barbiere che taglia i capelli nel negozio del cognato Frank (Michael Badalucco) mentre la moglie di Ed, Doris (Frances McDormand), gli è infedele con il capo del suo grande magazzino, Big Dave (James Gandolfini). Cosa fa Ed per reagire? Fuma, fissa e non dice nulla. Finché non decide di cambiare la sua vita, di fare soldi aprendo un lavaggio a secco. Ha bisogno però di un patrimonio iniziale e per procurarselo decide di ricattare proprio Big Dave.

È l’inizio di una spirale di omicidi, tradimenti, doppi giochi che si aggrovigliano al punto che solo nel finale la matassa, imprevedibilmente, si srotola. Billy Bob Thornton è ipnotizzante nel ruolo del barbiere di provincia Ed Crane, con una sigaretta perennemente in bilico tra le labbra. È un godimento vederlo in azione (si fa per dire) mentre carne e sentimento a un personaggio che si descrive come un fantasma: il ritratto di un uomo così strangolato dalla vita da sembrare sempre sul punto di soffocare o di scivolare nell’apnea dei fondali.

E non si riesce a distogliere lo sguardo dalla McDormand che fa il doppio gioco, una moglie che prende in mano le redini della sua vita e allo stesso tempo una donna vulnerabile che si risveglia tardivamente alla propria sessualità. Gandolfini è una forza della natura e quando l’avidità di Big Dave lo mette alle strette, è uno spettacolo spaventoso (anche se un po’ troppo simile a Tony Soprano). E poi c’è una giovanissima Scarlet Johansson qui in uno dei suoi primi ruoli, ma già capace di arroventare lo schermo e bucarlo per venire a sussurrarci all’orecchio con la sua voce carica di sesso.

Joel e Ethan Coen sono soprattutto “autori di stile”. Spesso l’aspetto e l’atmosfera dei loro film sono più importanti delle trame. In questo caso c’è un’alchimia equilibrata anche se l’eleganza della forma ha comunque la meglio sulla voce del ritmo. L’uomo che non c’era ha un passo meditativo e forse persino tortuoso, ma si esce dalla sua visione appagati come poche volte succede.

Il film è lento? No. È coerente con l’anima del suo protagonista, il barbiere di Santa Rosa non è un uomo rapido. Si ha la netta impressione che le decisioni cruciali della sua vita – il suo lavoro, il suo matrimonio – siano state prese non per volontà, ma per inerzia. I film noir raramente parlano di eroi, ma di uomini di piccolo cabotaggio che vengono attirati fuori dalla acque placide (stagnanti, sarebbe meglio dire) da sogni di ricchezza o romanticismo. Il loro peccato è l’ambizione: osano – questi piccoli vermi – diventare farfalle, vogliono essere ricchi o felici. E il Mondo li punisce.

Come suggerisce il titolo, L’uomo che non c’era si spinge un passo più in là, nel regno di un uomo che quasi non esiste se non per le sue trasgressioni. Uccido, quindi sono. E non uccide nemmeno chi, o come, o quando il resto della società pensa che lo faccia.

Per molti L’uomo che non c’era è il miglior film dei Coen, addirittura superiore al pur straordinario Fargo. È un capolavoro? Senza alcun dubbio. Vale sicuramente la pena vederlo due, tre, quattro volte per scoprirlo.

09 Luglio 2023

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