9 thriller per un Natale al cardiopalma

"Profondo Thiller" torna con la Xmas edition: titoli imperdibili per vivere le festività con il fiato sospeso. Tra action, mistery e thriller puri, ecco quali film rivedere in questi giorni


Mentre i film dell’orrore (di solito con un’inclinazione demenziale), e ovviamente le commedie, offrono una vasta scelta di titolo tra cui spaziare, il thriller natalizio è una bestia più rara. Ma quando morde, lo fa in profondità e con decisione.

Ci sono alcune gemme che attraverso i crismi del genere sono capaci di offrire una visione alternativa del periodo della nostra festa più amata. Cosa c’è di meglio che guardare un mistero al cardiopalma e da brivido mentre un tizio in livrea suona una campana d’argento e un coro di bambini canta con tutto il cuore la sua Chistmas Carol?

Probabilmente sapete già che Die Hard e Arma letale si radicano nel periodo delle celebrazioni natalizie, ma forse non vi viene in mente che c’è un intero catalogo di altri thriller con la medesima ambientazione: tra alberi addobbati, vie dello shopping illuminate a festa e babbi natali che imperversano in ogni angolo. Che vi piacciano di più gli inseguimenti in auto o le odissee psico-sessuali nel ventre del sistema classista americano, piuttosto che i classici del cinema noir all’azione a grande budget, fino agli estremi del cinema francese, ne avete per tutti i gusti. E allora sfogliamo questo elenco dei magnifici 9.

Inside – À l’intérieur (2007)

Per coloro che desiderano qualcosa di veramente oscuro per questo Natale, nella sconvolgente opera della coppia di registi francesi Julien Maury e Alexandre Bustillo la dose di brividi e violenza è veramente importante. Quando alla vigilia di Natale bussano alla porta di Sarah, (Alysson Paradis) comincia un  vero incubo. Incinta di nove mesi e sopravvissuta a malapena all’incidente d’auto che ha ucciso suo marito, Sarah può fare ben poco per tenere lontano da casa sua la persona sconosciuta che si è presentata a casa sua.

Quello che inizia come un inquietante stalk-n-slash si trasforma presto nel più feroce film di invasione domestica, il manifesto della nuova ondata di cinema francese estremo.

Kiss Kiss, Bang Bang (2005)

Se avete visto questo film poliziesco di Shane Black probabilmente non vi siete dimenticati che si svolge durante il Natale, dato che l’atmosfera un po’ fake delle feste a Los Angeles marca quasi ogni scena, e in più il ladro newyorkese interpretato da Robert Downey Jr. apre il film rapinando un negozio di giocattoli alla ricerca di un regalo per la nipote. Val Kilmer e Monaghan si alternano nell’accaparrarsi il centro della scena, mentre questo omaggio a Chandler diventa sempre più folle e al limite del nonsense con il passare delle scene. È un thriller che andrebbe visto ogni anno in occasione delle feste. Venite per l’ambientazione vacanziera, rimanete per le battute.

Il nostro Natale (2001)

La trama dell’eccellente e poco visto Il nostro natale è incentrata sul rapimento e sul riscatto di uno spacciatore dominicano che il regista Abel Ferrara mette in scena con scarso interesse nei confronti delle convenzioni del thriller in senso tradizionale. È un film intriso di rituali, enfatizzati da schemi di taglio onirici e narcotici che servono a mettere sullo stesso piano la holiday season con lo spaccio di droga. Il distacco ironico di Ferrara getta un occhio tipicamente sovversivo sul vero significato del Natale. Da recuperare.

Eyes Wide Shut (1999)

Certo, potrebbe essere un po’ azzardato definire “thriller” la cupa meditazione di Stanley Kubrick su un matrimonio, ma se vi piacciono gli investigatori dilettanti, i misteri dell’alta società e le lunghe passeggiate per le strade buie di New York, potreste trovarlo ugualmente capace di mettervi qualche brivido addosso e farvi stare in tensione.  E poi parliamo del divino Kubrik il più grande maestro dell’ibridazione di genere che si conosca. Il tutto inizia con il dottor Bill Harford (Tom Cruise) e la sua intigantissima moglie, Alice Harford (Nicole Kidman) che partecipano all’annuale ballo di Natale, dove accadono tutte le solite cose festive: un intenso flirt con un conte ungherese, un’overdose in una sala relax e una chiacchierata confidenziale tra marito e moglie, in cui rivelano i loro segreti più profondi e oscuri. Poi  Kubrick si diverte con tutto il kitsch vacanziero del Greenwich Village degli anni ’90, con le luci sgargianti, le orge casalinghe e gli ambulanti infreddoliti che lavorano agli angoli delle strade. Potrebbe diventare la nuova tradizione natalizia alternativa vedere quest’opera cult.

L.A. Confidential (1997)

La prima volta che l’agente Bud White vede Lynn Bracken, interpretata da Kim Basinger, sta prendendo una cassa di alcolici per la festa di Natale del distretto.  Nello stesso party in cui una sfilza di poliziotti ubriachi scende al piano di sotto per picchiare a sangue i detenuti che incolpano di una sparatoria. È noto come il disastro del “Natale di sangue”, che spinge la carriera di un giovane poliziotto ambizioso di nome Preston Exley (Guy Pearce) e ne distrugge alcuni altri. Quando arrivano gli omicidi del Nite Owl, le vacanze sono ormai alle spalle, ma il periodo festivo rimane come un sinistro punto di svolta in questo classico neo-noir tratto dal romanzo di Ellroy.

Die Hard 2 (1990)

Non c’è bisogno di dire che Die Hard 2 non ha nulla da invidiare al suo predecessore (perché ne ha, eccome), ma visto che Die Hard è in ogni lista di film preferiti per le festività natalizie occupando il primo posto come “Miglior film d’azione di Natale di sempre”, forse è più originale dare uno sguardo affettuoso al suo fratello minore, spesso trascurato o del tutto dimenticato.

Die Hard 2 sostituisce la claustrofobia verticale con spazi aperti orizzontali e più esplosioni, senza togliersi lo sfizio di  spremere il suo eroe – John McClane (Bruce Willis) – in un altro condotto di ventilazione. Il capo dei cattivi, William Sadler, non sarà Alan Rickman, ma la posta in gioco è ben preparata e il regista Renny Harlin gestisce le scene epiche con una certa abilità: l’ambientazione aeroportuale consente un’adeguata e roboante sfida corpo a corpo sull’ala di un jet.

L’amico sconosciuto (1978)

Questo film canadese, poco visto, diretto da Daryl Duke e di cui Curtis Hanson ha scritto la sceneggiatura, è valido quasi altrettanto il suo L.A. Confindential. La trama, ben congegnata, vede il cassiere di banca e acquariofilo per hobby – Elliott Gould – accorgersi che un Babbo Natale del centro commerciale ha intenzione di rapinare la sua filiale. Intuendo un’opportunità, nasconde una mazzetta dell’incasso della giornata, sostenendo che faccia parte del bottino. Non si aspetta che l’ex Babbo Natale – un sadico psicopatico interpretato in modo agghiacciante da Christopher Plummer – veda la notizia dell’entità dell’incasso in TV e intraprenda una campagna di vendetta, aiutato da una subdola femme fatale (Céline Lomez).

I tre giorni del Condor (1975)

In questo classico, Robert Redford interpreta un libraio/spia della CIA coinvolto in un’esplosiva rivelazione che lo mette in fuga e può usare solo la sua conoscenza dei romanzi gialli per sfuggire alla cattura e a una morte certa. Nel frattempo, si imbatte in Faye Dunaway, che sta facendo un po’ di shopping all’ultimo minuto prima di andare fuori città per una gita sulla neve con il suo fidanzato, e insieme riescono a sconfiggere tutte le agenzie di intelligence del mondo occidentale. Nel frattempo, sullo sfondo, i cori intonano di continuo “God Rest Ye Merry Gentlemen” per non dimenticare mai che è Natale.

Una donna nel lago (1947)

Il manifesto originale del film del 1947 strillava: “La MGM presenta un film rivoluzionario. Il più sorprendente dall’inizio del parlato! Tu e Robert Montgomery risolvete insieme un mistero di omicidio!”. Utilizzando una soggettiva, oggi più familiare come convenzione voyeuristica nei film horror, il debutto alla regia dell’attore Robert Montgomery mette lo spettatore nei panni dell’investigatore privato Philip Marlowe di Raymond Chandler. Una donna nel lago fu il primo film a utilizzare questa tecnica per un’intera pellicola. Si tratta di un esperimento affascinante, anche se in gran parte non riuscito, in cui il cast recita direttamente davanti alla telecamera, con pugni e labbra che riempiono lo schermo ogni volta che Marlowe viene colpito o baciato. Nel frattempo, l’ambientazione natalizia fa da efficace contrappunto all’atmosfera noir.

Manlio Castagna
27 Dicembre 2023

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