Turturro: sul set di Moretti tanti ciak

“Nanni è un regista molto preciso, lavora in maniera lenta, ha bisogno di tanto tempo”, così l’attore e autore americano interprete di 'Mia madre' al fianco di Margherita Buy.


TAORMINA. Nanni Moretti lavora in modo totalmente diverso dagli altri registi che ho conosciuto sul set. E’ un autore molto preciso, lavora in maniera lenta, ha bisogno di tanto tempo e tanti ciak”, così John Turturro che in Mia madre interpreta un importante attore italoamericano protagonista del film che una regista, Margherita Buy, sta girando a Roma.
Turturro è anche nel cast della commedia Tempo instabile con probabili schiarite di Marco Pontecorvo, accanto a Luca Zingaretti e Carolina Crecentini.

A proposito dei rumors su un possibile sequel di Barton Fink (1991), Turturro risponde ironico: “Sì, ma non so quando, i fratelli Coen stanno aspettando che invecchi”. Una cosa è certa è che ha amato Il grande Lebowski: “Mi piacerebbe utilizzare in un altro film quel mio personaggio che ho interpretato. spero di fare qualcosa con il personaggio di Jesus Quintana, forse il prossimo anno, se mi danno il permesso, nel frattempo i fratelli Coen hanno detto di sì”.
Mac (1992) è stato il suo debutto nella regia, “un’opera non solo autobiografica, perché ispirata a mio padre muratore, ma universale con protagonista una famiglia di immigrati”.

Uno dei film più difficili interpretati? La tregua di Francesco Rosi. “Ho seguito per cinque anni la preparazione del film, ho letto tutti i libri di Primo Levi, ho incontrato i sopravvissuti allo sterminio nazista. Dovevo essere estremamente preciso e avere quella dolcezza e gentilezza necessarie per il personaggio”.
Ricorda con grande affetto Philip Seymour Hoffman, con il quale ha lavorato nel recente God’s Pocket (2014). “Un attore magnifico sia a teatro che al cinema che aveva ancora tanto da dare. Purtroppo aveva un problema serio, soffriva molto, ma non è riuscito ad avere l’aiuto di cui aveva bisogno. Aveva tre figli, ma neppure la loro presenza l’ha fermato”.

L’ultima regia di Turturro è stata Gigolò per caso, un film nato tra un taglio di capelli e una rasatura. “Io e Woody andiamo dallo stesso barbiere, al quale ho raccontato la storia e lui a sua volta gliel’ha riferita. Ho riscritto la sceneggiatura dieci volte perché Allen non ha risparmiato critiche a volte brutali e dirette, ma sul set è stato un attore che ha fatto tutto quello che gli chiedevo”.
A settembre girerà a New York otto episodi di una detective story televisiva, convinto, come afferma in chiusura della sua Tao Class che “i blockbuster hanno divorato il panorama cinematografico, mentre le serie tv mostrano sempre più autorialità”. 

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