Rocco Papaleo


R. PapaleoVincitore del Premio Gaber 2005, stimatissimo interprete di fiction televisive e lungometraggi cinematografici, Rocco Papaleo è tornato al suo primo amore: la musica, campo nel quale ha iniziato a lavorare fin dall’età di 16 anni. Ora, ha trovato una fissa dimora per la sua attività musicale: al The Place di Roma, storico locale nato tanti anni fa, ogni lunedì e per tutta la stagione, il cantastorie lucano si esibirà attingendo ogni volta ad un preciso argomento sentimentale e sociale. Quelle di Papaleo sono canzoni di amori in cui mai niente è dato per scontato: ma sono anche canzoni per far sorridere, iperrealiste, che nello stesso tempo corrono sul filo di quella malinconia capace pure di commuovere. Nel suo show musicale, intitolato “Riflessioni di un Lucano Amaro”, l’artista è accompagnato da Giovanni Di Cosimo alla tromba, Salvi Pulvirenti alla chitarra, Pino Pecorelli al contrabbasso e Puccio Panettieri alla batteria.

Rocco Papaleo, quale film consiglia assolutamente di non perdere?
Viva Zapatero! di Sabina Guzzanti

 

Perché?
Mi piacciono i film di questo genere, dove il cinema riesce a proporre una doppia valenza: quella di spettacolo puro e quella più strettamente sociale.

Che genere di film preferisce?
Film impegnati, intensi, con la trama psicologica e lo sfondo sociale.

Qual è il film italiano più bello che ha visto di recente?
Romanzo criminale di Michele Placido.

Due buoni motivi per vederlo?
Sebbene sia una chiara operazione commerciale, riesce comunque ad essere un buon film: racconta fatti socio-politici veri che interessano la nostra Storia e nello stesso tempo è incalzante, commovente, grazie a una buona regia e ad un’ottima recitazione.

 

Preferisce il blockbuster americano o il film italiano d’autore?
Il film americano d’autore, perché quello italiano d’autore non esiste più, o è davvero molto, troppo raro.

Quale film sconsiglia assolutamente di vedere?
La vita che vorrei di Giuseppe Piccioni: è un film noioso che non sono riuscito a vedere fino alla fine.

Quale attore italiano ha apprezzato di più recentemente?
Valerio Mastandrea.

Qual è l’attrice italiana che più le piace?
Giovanna Mezzogiorno.

E l’attore italiano che rimpiange di più?
Stefano Satta Flores, un po’ perché, per certi versi, mi somiglia artisticamente e un po’ perché riusciva ad esprimersi in ruoli sempre convincenti, sia comici sia drammatrici.

Quale film rivede sempre volentieri?
Il film che ho visto tantissime volte, ma molto spesso per caso, è The Blues Brothers di John Landis: è una bella storia, ma quella che mi piace di più – anche se l’ho vista di meno – è Fanny e Alexander di Ingmar Bergman.

A quale regista darebbe il Leone alla carriera?
A Martin Scorsese.

Qual è il più bel film d’amore che ha visto?
Jules e Jim di Francois Truffaut: è un triangolo amoroso di grande respiro, molto raffinato, è un archetipo, un cult che continua tuttora a coinvolgere e ad emozionare ed è anche l’unica locandina di film che ho affisso su una parete di casa mia.

Quale genere cinematografico non andrebbe mai a vedere?
Quello simile a I giorni dell’abbandono di Roberto Faenza: rifiuto quelle storie un po’ inutili, troppo vuote e molto insensate.

Quale sarà il prossimo film che vedrà?
The Interpreter di Sydney Pollack: anche perché Sean Penn è il mio attore preferito.

Quale personaggio le sarebbe piaciuto interpretare sul grande schermo?
Un eroe negativo: Dracula, ad esempio, oppure il personaggio del serial killer interpretato da Kevin Spacey in Seven di David Fincher.

06 Novembre 2005

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