Morto lo sceneggiatore Giorgio Arlorio

E' morto nella sua casa romana dopo una lunga malattia lo sceneggiatore Giorgio Arlorio (Torino, 27 febbraio 1929), figura di spicco del cinema italiano, autore con Franco Solinas e Pontecorvo


E’ morto oggi nella sua casa romana dopo una lunga malattia lo sceneggiatore Giorgio Arlorio (Torino, 27 febbraio 1929), figura di spicco del cinema italiano, autore con Franco Solinas e Gillo Pontecorvo di Queimada, ma anche di moltissimi film di successo e di lavori televisivi. Per volontà della famiglia la camera ardente sarà aperta sabato mattina alla Casa del Cinema di Roma dove alle ore 11 si terrà un ricordo dell’uomo e dell’artista.

“Viaggi non organizzati” è il titolo della sua autobiografia scritta insieme a Caterina Taricano e pubblicata da Bianco e Nero nella collana dei quaderni della Cineteca Nazionale. Lo sceneggiatore torinese vi si raccontava tessendo un elogio della casualità, del caos e della curiosità che hanno condotto da sempre il suo lavoro e la sua vita: un non-metodo che ha molto da insegnare alle nuove generazioni. Una lunga attività di docenza al Centro Sperimentale di Cinematografia e una forte “vocazione di maestro” (tra i suoi allievi anche Francesco Bruni e Ivan Cotroneo).

Grande eclettico, ma sempre politicamente impegnato, lo scrittore ha spaziato dal cinema d’impegno civile con opere come Queimada (1969) e Ogro (1979) di Gillo Pontecorvo al cinema di genere (Crimen di Mario Camerini 1960, Zorro di Duccio Tessari del 1975, La patata bollente di Steno 1979). Senza contare le incursioni nel documentario (Casorati un pittore a Torino e Il paese dei lavandai, entrambi del 1955) e l’importante esperienza televisiva di Specchio segreto, il mitico programma in cui Nanni Loy metteva in farsa la vita quotidiana degli italiani, andato avanti dal ’64 al ’77. O ancora quella successiva con Chi l’ha visto? a cui collaborò negli Anni ’90.

Arlorio, nelle sue memorie, esalta il lavoro di squadra, le collaborazioni e le amicizie cinematografiche, una su tutte quella con Franco Solinas, complice di molte avventure tra cui proprio quella di Queimada. Uno dei capitoli più avvincenti del libro è quello in cui narra l’incontro con la futura moglie Luda, conosciuta a Mosca dove era andato per girare un documentario.

 

Cristiana Paternò
25 Luglio 2019

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