Marchioni, Pantera nel nome di Monicelli

Vinicio Marchioni interpreta a teatro Peppe er Pantera, classico personaggio di Monicelli


L’ispirazione è dichiarata: Mario Monicelli. E I soliti ignoti. S’ispira, infatti, ad un suo storico personaggio, Peppe er Pantera, l’attore Vinicio Marchioni, per il debutto teatrale della prossima stagione, dopo l’impegno prolungato dedicato ad Anton Cechov. “Dopo quattro anni di Cechov, prendo una boccata di ossigeno con una sana commedia”, racconta Marchioni in un’intervista all’ANSA.

Vinicio Marchioni ha scelto un soggetto culto, I soliti ignoti, caposaldo della Commedia all’italiana, capolavoro che nel 1958 raccolse in un unicum Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Totò, Claudia Cardinale, sulla sceneggiatura firmata da Age & Scarpelli, Suso Cecchi D’Amico e dallo stesso Monicelli. Il film vive nella lista delle “100 pellicole italiane da salvare”, e vanta due Nastri d’argento, oltre alla candidatura per l’Oscar al Miglior Film Straniero.

Il debutto teatrale di Marchioni è fissato il 18 dicembre all’Ambra Jovinelli di Roma, dove stanzia per tutte le feste di Natale, per poi partire in tournée. “Come si porta un cult del genere a teatro? Io lo sto trattando come un classico, come fosse Shakespeare. Il teatro ha un altro linguaggio, bisogna allontanarsi dall’originale. Quegli attori, poi, erano intramontabili e inarrivabili. Ma voglio mantenere tutta l’umanità dei personaggi. La loro storia è il ritratto di un’Italia e di un’italianità che non ci sono più e che invece ci hanno reso uno dei Paesi più grandi al mondo. Se riuscissimo a recuperarne anche solo una parte, potremmo ricordarci come eravamo e come potremmo forse ancora essere”, racconta l’attore, che dello spettacolo firma anche la regia.

Sulla scena Marchioni veste i panni di Peppe er Pantera – al tempo fu di Gassman – pugile suonato che va puntualmente al tappeto, ma dalle inattese doti di seduttore. “Me lo ha imposto il produttore Marco Balsamo – sorride. Finalmente, dopo quarantaquattro anni che nella vita combatto contro la balbuzie, posso portarla in scena e prendermi in giro. Il ruolo più difficile, per il quale sto ancora cercando, è quello di Dante Cruciani”, scassinatore a riposo “che al cinema fu di Totò. Serve un attore di grandissima umanità”.

Nel frattempo, Marchioni attende l’uscita dell’opera prima di Simone Catania, Drive me home (road movie interpretato con Marco D’Amore), e de L’uomo del labirinto di Donato Carrisi, accanto a Dustin Hoffman e Toni Servillo; sta ultimando il montaggio del suo documentario Il terremoto di Vanja: “L’idea – spiega – parte dal mio studio su Cechov per mettere in scena uno Zio Vanja ambientato in una delle province italiane colpite dagli ultimi terremoti. Andremo a Onna, Amatrice, Ascoli Piceno, anche in Russia, con immagini di repertorio dei Vigili del fuoco di tutti i terremoti in Italia, dal Friuli a oggi”. Un racconto fatto “anche per parlare dell’immobilismo italiano sovrapposto a quello della Russia cechoviana”.

n/b
31 Luglio 2019

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