Il grido di dolore degli esercenti Ueci

L'Ueci (Unione Esercenti Cinematografici Italiani), alla vigilia della Festa di Roma, lancia un appello per la difesa delle sale messi in pericolo dalle piattaforme


“Fermatevi!” È il grido di dolore dell’Ueci (Unione Esercenti Cinematografici Italiani) che in un comunicato, alla vigilia della Festa di Roma, avverte: “Non è il Covid che sta uccidendo il cinema. Il colpo mortale per l’esercizio italiano lo hanno inferto le major e con loro tutti quelli che non riescono o non vogliono aprire gli occhi e confondono lo schermo buio di una sala con un televisore al plasma sempre acceso”.

“Si apre la Festa del Cinema di Roma 2020, nata per rilanciare e sostenere l’audiovisivo a Roma e nel Lazio – prosegue Ueci – ma che quest’anno rischia di diventare la passerella dei prodotti Disney+. La notizia dell’uscita di Soul, il film di animazione della Pixar, su Disney+ non è un ‘arrivederci’ al cinema per il dopo Covid, ma un ‘addio’ al cinema grazie al Covid. Presentare la pellicola oggi alla Festa del Cinema, appare come una incredibile e gratuita campagna pubblicitaria per le piattaforme streaming! I contributi pubblici che il Festival riceve per promuovere e divulgare le opere cinematografiche nelle sale, sono ben spesi?”, si chiedono gli esercenti dell’Ueci.

“Un inciampo del direttore artistico oppure il simbolo di un potere della Disney (e simili) su tutta la filiera, Festival compresi? Forse entrambi, ma la seconda colpa è ben più grave perché potrebbe essere la condanna a morte dell’esercizio cinematografico come luogo di aggregazione e cultura e come strumento del mercato”, aggiunge l’Ueci.

“Non bisogna dimenticare che gli esercenti promuovono la cultura e producono ricchezza sul territorio e che questa è la ragion d’essere della Festa del Cinema, ed è per questo che la Regione Lazio ed il Comune di Roma continuano ad investire risorse in questa stupendo appuntamento romano. Si invitano pertanto i soci della Fondazione e la presidente del Festival Laura Delli Colli a prendere posizione sul punto e a chiarire la posizione del Festival. Inquietante invece il silenzio di comodo dell’Anica, rimasta muta di fronte a questa prepotenza che ha evidentemente fatto propria accettando piattaforme streaming fra i propri soci, e rimasta sorda alle richieste della base degli esercenti e del suo pubblico, indotto a restare a casa anche quando ne poteva uscire”, prosegue il comunicato di Ueci, che “lancia un appello a tutti gli esercenti, categoria del cinema abbandonata a se stessa ed alla quale vengono rivolti dalla politica e dagli altri protagonisti della filiera, sostegni privi di progettualità”.

“Occorre allargare la protesta con le istituzioni, il governo e le Autorità di controllo, dall’Agcm alla Corte dei Conti, devono aprire gli occhi e capire cosa sta succedendo, quali danni procurerà tutto questo. Bisogna aprire subito un tavolo di confronto, basta con questo Far West, siamo un mercato e come tale dobbiamo essere regolamentati”.

12 Ottobre 2020

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