Alla Festa del Cinema ‘la Divina’ Callas è Monica Bellucci

In anteprima a Roma 'Maria Callas: lettere e memorie', di Tom Volf e Yannis Dimolitsas. Monica Bellucci: “La Callas ha pagato caro per aver detto quel che pensava”


Maria Callas è una donna che ha speso la sua giovinezza e la sua infanzia per il lavoro, e poi nel momento in cui ha incontrato Onassis ha sacrificato tutto quello che aveva costruito per amore”: parola di Monica Bellucci.  All’indomani dall’applauditissimo red carpet alla Festa del Cinema di Roma 2023, per la celebre attrice e supermodella è arrivato il grande giorno dell’anteprima di Maria Callas: Lettere e Memorie, il docufilm protagonista della giornata, diretto da Tom Wolf e Yannis Dimolitsas, che la vede nel ruolo della ‘Divina”.

È una donna che ha detto quello che pensava e l’ha pagato a caro prezzo” – ha continuato Bellucci, riferendosi alla Callas durante l’incontro con la stampa. “Per questo ha ispirato tante artiste di tutte le generazioni e continua ad ispirarle. Perché è moderna, ha questa forza, questa passione e questa fragilità. Ed è da questa fragilità che nasce l’arte. La diva intoccabile non esiste più – conferma l’attrice – Prima c’era un’idea della diva irraggiungibile, era un modo di costruire l’immagine che creava una distanza fra l’artista e il pubblico. Non si accettavano debolezze, errori. La diva era intoccabile, ma non poteva sbagliare”. Oggi “i giovani non hanno paura di dire ‘sono fragile, non sto bene, sono uscito dalla Rehab’, non c’è più vergogna. Questo da’ più libertà a tutti noi. Tante attrici di una volta sono sparite perché l’immagine non corrispondeva più alla realtà – osserva la Bellucci – Oggi si convive con il fatto che la vecchiaia fa parte della vita, mentre prima no. A 40 anni potevi essere ancora bellissima, ma non lavoravi più”.

 

Considerata la più grande soprano di tutti i tempi e ammirata in tutto il mondo, ‘la Divina’ nasceva il 2 dicembre di 100 anni fa a New York, ma non è certo per la sola ricorrenza del centenario che l’artista di origine greca continua ad essere celebrata, omaggiata e ricordata continuamente, oltre a rappresentare ancora oggi un’attrazione assoluta per il mondo del cinema e dell’arte in generale.

Il docufilm di Tom Wolf e Yannis Dimolitsas, in programma per la sezione Storia del Cinema della XVIII edizione della kermesse, racconta il tour internazionale dell’omonimo spettacolo teatrale, Maria Callas: Lettere e Memorie, diretto dallo stesso Volf e interpretato da Monica Bellucci, andato in scena per tre anni e mezzo in numerosi teatri del mondo, fino a gennaio scorso.

Un confronto tra due epoche, quella di oggi e quella di ieri, che fa emergere la sintonia tra due donne che, sebbene provenienti da ambiti diversi, sono accomunate dall’amore per l’arte. La vasta ricerca di materiale di archivio ci permette di fare un tuffo nel passato, quel passato da cui ancora oggi traiamo ispirazione, in una dimensione drammatica, a cuore aperto, insieme a delicatezza ed emozione.

Monica Bellucci è alla Festa del Cinema anche per il ruolo di Altea nel film che chiude la trilogia vintage dei Manetti Bros, Diabolik chi sei?, presentato nella sezione Grand Public e in sala dal 30 novembre con 01 Distribution. “C’è una correlazione fra Diabolik e Maria Callas – dice l’attrice – Per il fatto che anche lì si tratta di donne che sono forti e potenti. Le sorelle Giussani erano donne pioniere e avevano creato personaggi simili a loro, forti, intelligenti ma anche sensuali: non c’era una lotta fra le due cose. Loro erano così, donne, ma imprenditrici di sé stessa. Come Maria Callas. Donne che hanno dovuto lottare per imporsi in un mondo di uomini”, spiega la Bellucci. Che sul suo rapporto professionale con gli uomini, dice: “Io devo ringraziare molto i registi uomini con cui ho lavorato, la mia esperienza è stata più positiva che altro. Io sono una donna che ama gli uomini e pensa che si possa creare una forma di comunicazione con loro, perché loro hanno bisogno di noi e noi di loro”. Il percorso di liberazione dagli stereotipi femminili dunque “riguarda anche loro, che possono tirare fuori la loro parte femminile”.

L’attrice umbra ha cercato poi di spiegare cosa la accomuna alla divina Callas: “Forse mi accomuna a lei un’anima mediterranea. Il fatto che lei era nata in America da genitori greci, poi è andata in Grecia, è diventata una star in Italia, è stata in Francia, si sentiva una straniera sempre e questo è uno stato che ci accomuna. Anche io mi ritrovo a fare questo tipo di percorso un po’ atipico, non scritto a tavolino. È sempre questione di ciò che ti viene proposto. Il progetto sulla Callas mi è stato proposto, come mi è stato proposto Diabolik. Quello che posso dire è che scelgo con il cuore”.

Una prospettiva dietro la macchina da presa? “No – risponde decisa la Bellucci – Devo ancora imparare molte cose da attrice. Ho troppa stima di chi fa la regia, e sono contenta che ci siano molte donne registe”, perché “raccontano le storie al cinema in modo diverso dagli uomini”. Mentre “la produzione sì, magari potrei entrare in produzione su progetti, miei o no”. “Il mio è un lavoro che faccio ancora con grande passione”, chiosa l’attrice. Per poi aggiungere sorridendo: “Sono una donna adulta che ha vissuto le vite di tanti personaggi, ad un certo punto c’è anche la voglia di vivere un po’ la tua”.

Maria Callas: Lettere e Memorie, diretto da Tom Wolf e Yannis Dimolitsas e sceneggiato dallo stesso Tom Volf, è una produzione IBLA Film, MUSA Production e Volf Production, in co-produzione con FALIRO House Production e LUPIN Film, in collaborazione con RAI CINEMA e in associazione con INA France.

redazione
20 Ottobre 2023

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