Bellocchio, il nuovo film? Più di un progetto

LECCE. “La situazione è piuttosto complessa, quando saranno chiariti i rapporti con i soggetti coinvolti potremo parlarne. Comunque c’è più di un progetto”. Marco Bellocchio non si lascia sfuggire alcun anticipazione ma non smentisce l’annuncio dato a dicembre del nuovo film La prigione di Bobbio, ricevendo a Roma, la medaglia del Presidente della Repubblica per il Premio Franco Solinas. Il film, una coproduzione fra Italia, Francia e Svizzera, non è stato messo da parte, ma il punto interrogativo sull’inizio delle riprese in estate resta. La trama esile di cui si ha notizia è la storia vera di una nobile costretta a farsi suora nel XVII secolo, che vive una passione d’amore e finisce in carcere.
Quanto all’incarico da poco accettato di presidente della Cineteca di Bologna, il regista prevede, legandosi all’esperienza dei corsi di Bobbio, di puntare a una diffusione dell’attività cinematografica non solo a Bologna.

Bellocchio è appena tornato da New York, dove ha presenziato all’inaugurazione della retrospettiva che gli ha dedicato il MoMA: “Una personale ricca e rigorosa, un evento che vede il pubblico americano curioso e prodigo di domande”.

In mostra al Museo storico di Lecce invece ci sono i suoi dipinti a olio, disegni e story board. “Come pittore la mia attività è condensata in poco tempo. A influenzarmi sono stati Chagall e l’espressionismo tedesco. Smisi di dipingere quando a 20 anni andai a Roma al Centro sperimentale di cinematografia. Non è stata una cesura, ma un passaggio naturale. Quanto agli story board sono più che altro un passatempo, un modo di precisare le immagini di un film che stop realizzando”.

Il cinema italiano recente? C’è ed è vivo per il regista, “penso a film come Salvo di Piazza&Grassadonia, svolto con maestria e qualità artistica di alto livello”.