Tony Driver di Ascanio Petrini alla Sic

Il film dell'italiano Ascanio Petrini, girato tra il Messico e Bari, è uno dei sette esordi proposti dalla Settimana Internazionale della Critica


Il film dell’italiano Ascanio Petrini, girato tra gli Stati Uniti, il Messico e la Puglia, è uno dei sette esordi proposti dalla Settimana Internazionale della Critica numero 34. “Il film – spiegano i selezionatori della Sic – è l’epopea al contrario di un anti italiano che potrebbe essere una sceneggiatura dimenticata di Age e Scarpelli, un film mai fatto di Dino Risi o Ettore Scola. Una commedia all’italiana decostruita, amara e impossibile, un film fuori norma, impossibile da classificare sull’assoluta inutilità delle frontiere”.

Petrini è nato a Bari nel 1979, diplomato al DAMS, ha diretto vari cortometraggi tra cui Piscio, presentato al Corto Dorico Film Festival. Il suo primo documentario Salva la cozza è stato selezionato a Sguardi Altrove di Milano e al RIFF di Roma. 

Tony Driver è la storia vera di Pasquale (Pasquale Donatone), nato a Bari ma volato oltreoceano con la famiglia quando aveva solo 9 anni e cresciuto da vero americano, tanto che ha deciso di farsi chiamare Tony. Tassista a Yuma, viene arrestato perché come secondo lavoro trasporta migranti illegali dal Messico agli Stati Uniti. Potendo scegliere tra il carcere e il rimpatrio, viene ‘deportato’ in Italia e torna in Puglia. Si ritrova a vivere da solo in una grotta a Polignano a Mare, in un paese che lui stesso definisce “privo di opportunità”, ma non è disposto ad arrendersi. 

Il film è prodotto da Dugong con Helmut Dosantos – Fulgura Frango (Messico), Rabid Film e il contributo di MIBAC e Apulia Film Commission. I produttori sono gli stessi de La strada dei Samouni, “Un film fuori norma – dice il delegato generale della Sic Giona A. Nazzaro – su uno straniero in terra straniera. Un film sull’assurdità delle frontiere che farà arrabbiare Donald Trump e Matteo Salvini. Tony Driver è cruciale per ragionare su una delle questioni che vanno rimesse in discussione”.

“In Tony e in quella storia – racconta il regista – ho trovato un nuovo personaggio capace di muoversi tra il Trevis Bickle di Taxi Driver e Willy il Coyote di Road Runner: un antieroe destinato a perdere ma anche a provarci. Quando ci siamo incontrati Tony viveva in una grotta sul mar Mediterraneo, nel completo rifiuto di ogni cosa, come ‘se la sua astronave fosse precipitata su un altro pianeta e lui fosse bloccato li’, tra rocce e acqua. Ho cominciato a filmarlo per conto mio ma presto mi sono reso conto che i paesaggi profondamente contraddittori della sua storia meritavano una restituzione visiva: doveva essere ambientata qui in Italia ma anche lì, in America”.

Tony Driver è uno dei sette film della selezione di quest’anno, affidata a una nuova squadra di critici (accanto al delegato generale, troviamo Paola Casella, Beatrice Fiorentino, Simone Emiliani e Roberto Manassero). Gli altri titoli della competizione sono: All This Victory di Ahmad Ghossein (Libano, Francia, Qatar) ambientato durante guerra tra Israele e Libano nel 2006; Parthenon del documentarista lituano Mantas Kvedaravicius (Lituania, Ucraina, Francia), formalmente il più audace; El principe dello scenografo cileno Sebastian Munoz con il grande attore Alfredo Castro, ambientato in carcere al tempo dell’ascesa di Allende; Psychosia di Marie Grahto (Danimarca, Finlandia) che si muove tra Dario Argento e Dreyer con Trine Dirholm nel cast; Rare Beasts di Billie Piper, attrice famosa in UK passata dietro la macchina da presa per una commedia sentimentale divertente ma con tocchi di autentica cattiveria; Scales di Shahd Ameen, regista saudita che racconta una storia di pescatori che si confrontano con un mare abitato da sirene.

Film d’apertura è Bombay Rose di Gitanjali Rao, cartone animato indiano disegnato a mano dove si racconta, tra l’altro, l’amore di una donna per un’altra donna; film di chiusura è Sanctorum di Joshua Gil, che Nazzaro definisce un episodio di Narcos diretto da Bela Tarr. Della sezione Sic@Sic in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà parliamo in un articolo a parte. 

Paola Casella sottolinea la forte presenza femminile tra le autrici, mentre Simone Emiliani ribadisce che la selezione rispecchia completamente il gusto collettivo dei selezionatori. “Si tratta di film innovativi ma anche accessibili e godibili da un grande pubblico”. Il presidente del Sncci Franco Montini sottolinea la forza della sezione – quattro Leoni del futuro negli ultimi otto anni – e ricorda i premi che saranno assegnati grazie agli sponsor: il Premio del pubblico sostenuto dal Comune di Taranto, il Gran Premio Siae deciso da una giuria internazionale di critici. Altri riconoscimenti sono: il Premio Circolo del Cinema di Verona e il Premio Mario Serandrei Hotel Saturnia per il miglior contributo tecnico. 

Nuova sigla dono dell’artista statunitense Kevin Jerome Everson, dove una bimba afroamericana, la piccola Mathilda Washington, osserva la fiamma mutevole di una candela in un rigoroso bianco e nero, “pochi secondi agli antipodi della retorica del grande cinema”. 

19 Luglio 2019

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