Robert Zemeckis e il ritorno de ‘Le Streghe’

Robert Zemeckis e il ritorno de ‘Le Streghe’


Un bambino (Jahzir Kadeem Bruno), una nonna (Octavia Spencer), un convegno di streghe. Un topo (Kristin Chenoweth) – anzi tre – e la Grande Strega Suprema (Anne Hathaway). Gli Anni ’60, nello Stato americano dell’Alabama, pare potessero essere parecchio interessanti e misteriosi, secondo l’adattamento da Roald Dahl, autore letterario dello scritto (edito in Italia da Salani Editore, con oltre mezzo milione di copie vendute nel nostro Paese) da cui il fantasy cinematografico Le Streghe, diretto dal premio Oscar Robert Zemeckis e presentato ad Alice nella Città come Evento Speciale. 

Si può parlare quasi di un ri-torno delle streghe, perché l’opera di Dahl era già stata portata al cinema nel ’90 – Chi ha paura delle streghe? (The Witches) –, ma Zemeckis ha dichiarato che il suo film sia più vicino al romanzo, da cui differisce per l’ambientazione temporale – qui nel 1968 in Alabama, invece lo scritto era negli Anni ‘80 in Inghilterra – e per il protagonista, nell’originale un ragazzino norvegese, qui afroamericano. 

Le streghe odiano, in particolare i bambini e – come la regia e gli effetti speciali non tardano a mostrare – indossano guanti, perché mancano di alcune dita, così come di quelle dei piedi, oltre a essere calve, ecco perché portano tutte una parrucca, che prude, infatti spesso si grattano il capo, infine hanno grandi o grandissime narici, utili ad annusare meglio la presenza dei piccoli, che sostengono puzzino di cacca: Gatsby, orfano di mamma e papà causa un incidente di macchina, scopre tutte queste particolarità dalla nonna materna – appassionata di erbe e alchimie affini – che gli dedica le sue affettuose cure per lenire il dolore della perdita, dapprima un’impresa difficile, per cui solo pazienza e amore riescono ad essere balsamici, non senza un cucciolo domestico del cuore, una topina bianca.

Eppure – a parte il dramma – la quotidianità della piccola provincia americana non s’impone nelle loro esistenze: la nonna, infatti, percepita distintamente la prossimità di figure stregate in virtù di una propria esperienza infantile, porta il nipotino in villeggiatura al mare, in un lussuoso albergo per persone bianche e ricche, dove – imprevedibilmente – sta per tenersi un congresso “contro la crudeltà sui bambini”. Ma nulla è come sembra, infatti il congresso è una riunione di streghe guidata dalla Suprema con l’intento di impartire l’indicazione di trasformare i bambini di ogni Nazione in topolini, grazie all’uso di poche gocce di una malefica pozione, maleficio di cui resta vittima anche il nostro Gatsby, che viene trasformato in un piccolo roditore – intelligente, volitivo, curioso e coraggioso – a cui la nonna – nonostante “la forma animale” – non tarda di dire che: “non è importante chi sei o che aspetto hai, io ti amerò per sempre”, messaggio che, al di là della fantasia del film, è di certo nucleo essenziale della storia, cui partecipano anche Stanley Tucci, nel ruolo del distinto Mr. Stringer, direttore del grand hotel, e il pluripremiato comico Chris Rock, il narratore. 

Una storia avvincente, quella del romanzo/film, quasi quanto quella epica della produzione, cominciata a fine 2008, pensata prima in forma animata in stop motion, e con la regia di Guillermo del Toro – ora co-sceneggiatore e co-produttore con anche Alfonso Cuarón: però, al tempo, il poco interesse per il progetto bloccò il tutto, fino ad un paio di anni fa; le riprese sono poi iniziate l’8 maggio 2019 e si sono svolte tra Alabama e Georgia, oltre che agli Studi Leavesdendi Londra. Nel settembre 2020 la Warner ha annunciato che Le Streghe sarebbe stato distribuito negli Stati Uniti sulla piattaforma streaming on demand HBO Max dal 22 ottobre; per poi essere on demand nel resto del mondo a partire dal 28 ottobre

Nicole Bianchi
23 Ottobre 2020

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