Nanni Moretti: “In Francia più aiuti per le sale che da noi”

Il regista intervistato da 'La Repubblica' in occasione del ritorno in sala di Caro Diario, in versione restaurata in 4k dalla Cineteca di Bologna


“Più passa il tempo, più sul set mi sento insicuro. Quando devo affrontare la scena mi sembra di essere come uno psicoanalista che ha paura di non farcela, ha paura di sprecare l’ora e addirittura di perdere il paziente, che forse non tornerà più; poi negli ultimi minuti della seduta scatta finalmente qualcosa, si affaccia un’idea, un nuovo punto di vista e così analista e paziente si danno appuntamento alla prossima volta. Anch’io all’inizio penso di non riuscire ad avere idee per la scena, poi pian piano qualcosa si scioglie, supero i dubbi e riesco a girare. Con gli attori è diverso, so da subito quello che voglio e quello che non voglio dalla recitazione”.

Lo confessa Nanni Moretti, in un’intervista a ‘La Repubblica’, in occasione del ritorno in sala di Caro Diario, in versione restaurata in 4k dalla Cineteca di Bologna. E proprio di Caro Diario il regista racconta: “Dovevo fare un altro film, che non ho più fatto. Caro Diario è nato un po’ per caso, dalle mie passeggiate in Vespa per la città, girate con una troupe minuscola”. Per poi aggiungere una frecciatina al distributore internazionale dei suoi primi film: “È il mio primo film che è stato distribuito in tutto il mondo, anche grazie al premio di Cannes. Per la prima volta mi rivolsi a una società straniera per le vendite internazionali e questo ha fatto la differenza, mentre i film precedenti erano stati venduti male da una società parastatale legata alla Rai”, aggiunge l’autore, 67 anni, che accompagnerà le proiezioni al Nuovo Sacher con la lettura dei suoi diari.       

A proposito delle sue battute entrate nel linguaggio popolare, Moretti dice: “Le citazioni, come la popolarità e il successo, fanno sempre piacere. Quando giravo i primi film certo non pensavo che alcune battute diventassero proverbiali: ‘No, il dibattito no!’, ‘Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose'”.

“I cinema mi sembrano luoghi piuttosto sicuri dove tutti, il personale e gli spettatori, seguono le regole. L’altro giorno parlavo con il mio produttore francese e mi elencava i vari aiuti che sono stati dati ai cinema in Francia, molto più consistenti che da noi. A Milano hanno riaperto tutti i cinema, a Roma purtroppo molte sale sono ancora chiuse”.

Quanto alla decisione di posticipare l’uscita del suo ultimo film Tre piani (che era stato selezionato per Cannes prima che la pandemia bloccasse tutto), spiega: “Ho preferito farlo uscire nel 2021 quando – si spera – la situazione sarà un po’ più tranquilla”.

14 Ottobre 2020

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