Il Festival di Cannes ha annunciato il titolo di un nuovo film nel programma della sua 77ma edizione: si tratta di Moi aussi, cortometraggio dell’attrice, regista, sceneggiatrice e produttrice francese Judith Godrèche, che mette in luce le storie delle vittime di violenza sessuale. Queste esperienze individuali si aggiungono alle sue, sottolineandone la natura tristemente universale.
Tre mesi fa, il clamoroso appello all’azione e alla responsabilità collettiva nella lotta contro gli abusi sessuali persistenti nel cinema francese colpiva per la sua forza e coraggio, per la sua chiarezza e sicurezza. Ed è andata ben oltre i confini della Settima Arte per interrogare l’intera società, che fatica ad aprire gli occhi. Esattamente un mese dopo questo salutare discorso, il 23 marzo 2024, Judith Godrèche ha utilizzato i due mezzi espressivi che conosce meglio – la scrittura e il cinema – e ha riunito donne e uomini che avevano condiviso con lei le loro esperienze traumatiche.
“All’improvviso, davanti a me c’era una folla di vittime, una realtà che rappresentava anche la Francia, tante storie di ogni estrazione sociale e generazione – confida Judith Godrèche. – Allora la domanda era: cosa ne avrei fatto? Cosa fai quando sei sopraffatto da ciò che senti, dall’enorme volume di testimonianze?”
Ricostruendo un paesaggio sonoro e visivo intimo, ha creato un film in forma di brano corale, fatto di racconti personali raccontati in frammenti e ha messo in scena questo viaggio amaro ma salvifico, dal dolore senza parole all’inizio della liberazione attraverso le parole, con circa 1.000 persone. La musica, la danza, le immagini e il mondo dell’immaginazione offrono loro uno spazio tanto fisico quanto simbolico: stare insieme, in mezzo alla strada, in pieno giorno, e occupare la città come gesto militante.
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