Miriam Karlkvist, la Shooting Star con l’Europa nel sangue

Ventidue anni, uno sguardo intenso e un'identità che mescola il sangue svedese e quello del Sud Italia. La giovane attrice è stata rivelata da "Il sud è niente"


BERLINO – Ventidue anni, uno sguardo intenso e un’identità decisamente europea, che mescola il sangue materno svedese e quello paterno del Sud Italia. La Shooting Star italiana alla Berlinale, quest’anno, è Miriam Karlkvist, rivelata dal film d’esordio di Fabio Mollo Il Sud è niente che, da Reggio Calabria dove vive e dove è ambientata la pellicola, l’ha lanciata immediatamente nel firmamento internazionale. Quest’opera prima distribuita da Luce Cinecittà è infatti approdata prima a Toronto, poi al Festival di Roma e ora nella sezione Generation della Berlinale, offrendo alla sua fresca protagonista un trampolino di lancio di cui negli anni scorsi hanno sempre beneficiato attori nostrani più maturi, anagraficamente e professionalmente.

Miriam, lei racchiude in sé due culture apparentemente lontane…

Sì, mia madre è svedese, mio padre è calabrese e io sono nata e cresciuta a Reggio Calabria. Ci tengo che in me queste due culture camminino insieme, non le posso scindere.

Come è successo che dalla scuola in Calabria si è ritrovata a Berlino sul tappeto rosso?
Non avevo deciso di fare l’attrice, assolutamente non ci pensavo, ma è capitato che facessero uno streetcasting nella mia città. Io ero l’unica a non saperne nulla, mentre il mio migliore amico mi ci ha trascinato perché era convinto che fossi molto vicina al personaggio richiesto dal film. Io però non avevo mai pensato di recitare prima… a volte sono gli altri che ti fanno vedere le cose.

Ora invece ha preso proprio la strada della recitazione…

Sì, sono entrata alla scuola romana di cinema Gian Maria Volonté e in questo momento, grazie a questa esperienza come Shooting Star, ho grandissima fiducia e sento che potrei fare l’attrice ovunque. Sono sempre pronta a imparare cose nuove.

Il suo personaggio si porta sulle spalle buona parte de Il Sud è niente, ed è molto complesso. C’è qualcosa che la spaventava di Grazia?
Quello che mi faceva paura era soprattutto vivere il suo grande dolore, perché per rappresentarlo devi viverlo. Io però l’ho accettato facilmente, anche perché prima delle riprese abbiamo fatto un’ottima preparazione e avuto un grande aiuto da Fabio Mollo e dal team, tutto giovanissimo.

Si aspettava questo exploit internazionale?

Mi aspettavo che il film fosse bello, perché a me piace tantissimo, e speravo che avesse una sua vita, come sta succedendo con questa ulteriore tappa a Berlino.

Cosa fa nel tempo libero?

Ho fatto judo per 10 anni, poi l’ho interrotto quando ho fatto l’ultimo anno di scuola per concentrarmi sullo studio. Mi piace tanto fare sport e vivere all’aria aperta, cosa che in Calabria si può fare ovunque, perché in 10 minuti di macchina sei in mezzo al verde.

C’è un’attrice che le piace particolarmente e vede come un modello?

Siccome non avevo mai pensato di fare l’attrice, ma il cinema mi piace tantissimo da sempre, mi viene più facilmente in mente una performance. Ad esempio quella de Il dubbio, con Meryl Streep e un grandioso Philip Seymour Hoffman, che purtroppo recentemente ci ha lasciati.

E in Italia?
Da noi ci sono tantissime brave attrici, ad esempio Valentina Lodovini, che ho conosciuto sul set: è bravissima, ho visto quasi tutti i suoi film.

Con quale regista le piacerebbe lavorare adesso?
Ok, lo dico: ho visto tutti i film di Paolo Sorrentino e mi piace molto la sua visione del brutto. Adoro soprattutto L’amico di famiglia.

09 Febbraio 2014

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