Questi i premi che sono stati assegnati dalla 19esima edizione del MedFilm Festival: per il Concorso ufficiale Premio Amore & Psiche a The Attack di Ziad Doueiri (Libano, Francia, Qatar, Egitto, Belgio); Menzione Speciale a Coming Forth By Day di Hala Lotfy (Egitto, EAU); Premio Espressione Artistica alla regista Djamila Sahraoui per Yema (Algeria, Francia). Per il Concorso Open Eyes, sezione dedicata ai documentari, Primo Premio Open Eyes miglior documentario a Art/Violence di Batoul Taleb, Mariam Abu-Khaled e Udi Aloni (Palestina, USA); Menzione Speciale a Babylon di Ismael Chebbi, Youssef Chebbi e Ala Eddine Slim (Tunisia) e un’altra Menzione Speciale a Vers Madrid di Sylvain George (Francia).
Il film vincitore The Attack, sul conflitto israelo-palestinese, del regista libanese Ziad Doueiri, è finito nel mirino di Hezbollah e della Lega Araba che ne ha annunciato il boicottaggio e allo stesso tempo è stato inserito nel programma del prossimo Festival del cinema di Gerusalemme.
Basato sull’omonimo romanzo best-seller della scrittrice algerina Yasmina Khadra, il film racconta la storia di un dottore arabo che vive a Tel Aviv, perfettamente integrato, la cui moglie commette un cruento attento suicida.
Benché parzialmente prodotto con i soldi del Qatar, agli occhi del ‘partito di Dio’ libanese la colpa del regista Doueiri è quella di avere girato un film in un ‘Paese nemico’ (Israele, dove la vicenda è in parte ambientata). Non solo: nel cast figurano anche attori israeliani, tra cui la Evgenia Dodina e Reymonde Ansellem.
“Il mio film non demonizza gli israeliani. E’ questa la sua grande colpa”, ha dichiarato all’Ansa Doueiri, il quale attualmente vive a Parigi. “Come libanese nato a Beirut ovest sono cresciuto tra un bombardamento israeliano e l’altro. Da ragazzo pensavo che Israele fosse il Darth Vader del Medio Oriente. Ma, una volta cresciuto, ho demistificato la mia visione”. Un percorso di crescita che oggi porta il regista ad affermare di non essere “anti-palestinese, ma nemmeno anti-israeliano”.
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