Martone: “Godard, filosofo del cinema a cui tutti siamo grati”

"Un’idea del cinema così aperta e così profonda, che è come se tutto il cinema che si fa nel mondo possa poggiare su di essa": Mario Martone ricorda, in un'intervista esclusiva a Cinecittà News, il gr


A poche ore dall’annuncio della morte del grande Jean-Luc Godard, il regista e sceneggiatore Mario Martone ha rilasciato un’intervista esclusiva a “Cinecittà News”, in cui racconta il modo in cui il lavoro e il pensiero dell’autore francese abbiano influenzato in maniera trasversale i cineasti di tutto il mondo. Lo stesso Martone, già molti anni prima di dedicarsi alla realizzazione di film per il cinema era profondamente legato alla “visione” artistica di Godard.

Qual è l’eredità di Jean-Luc Godard?

Un’idea del cinema così aperta e così profonda, che è come se tutto il cinema che si fa nel mondo possa poggiare su di essa, sulla sua visione, i suoi desideri, il suo modo di pensare. Non era un regista come tutti noi, era un filosofo del cinema, tutti i cineasti si possono rispecchiare nel suo grande pensiero. Dobbiamo essere tutti grati a Jean-Luc Godard.

Cosa ha significato per lei a livello personale e artistico?

Negli anni ’80 ho fatto uno spettacolo teatrale Ritorno ad Alphaville che era un po’ un seguito del film di Godard. Questo dice tutto dell’importanza che ha avuto per me. Anche se all’epoca facevo teatro, era questo suo sguardo che era rilevante per me, sotto tutti gli aspetti. Fui molto felice di sapere, molti anni dopo, quando feci Teatro di guerra, che lui lo aveva apprezzato. Mi ha sempre dato molta gioia.

Quali film di Godard ricorda con più affetto?

Certo potrei dire À bout de souffle (ndr. titolo originale di Fino all’ultimo respiro) o tanti altri, ma l’ultimo film che ho visto è Adieu au langage, un film di qualche anno fa. Basterebbe dire quello per capire il suo cinema. Da una parte è un film molto anni ’60, molto Nouvelle Vague, legato al tempo e al momento in cui ha messo a fuoco la sua visione di cinema, dall’altra parte è un film completamente del futuro. In questo senso un classico.

Qual è l’aspetto della sperimentazione godardiana che più ha influenzato il cinema degli ultimi 50 anni?

Ognuno prende da Godard delle cose. Direi che nel montaggio il suo genio si è espresso in una maniera che è diventata importantissima per tantissimi cineasti, penso a Tarantino e a tanti registi anche asiatici. Per esempio, sono stato a Venezia e ho visto un film che mi ha colpito perché è incredibilmente godardiano, ovvero il film di Enrico Ghezzi, Gli ultimi giorni dell’umanità. Questo per dire come la sua lezione possa proseguire ed essere profondamente capita anche ora. Insomma, per tanti di noi, Godard è colui che ci ha dato la possibilità di capire tanti aspetti fondamentali del cinema.

Carlo D'Acquisto
13 Settembre 2022

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