La nuova generazione dell’orrore, con lo sguardo rivolto all’estero

I giovani registi "de paura" sono stati ospitati al Noir in Festival nell'ambito del terzo appuntamento con il convegno sulle nuove tendenze del cinema di genere naziona


COURMAYEUR – Un nume tutelare comune (quasi) a tutti: H. P. Lovecraft. Una regola non scritta ma sacra: girare in lingua inglese. Un obiettivo, quasi sempre forzato: il mercato estero. La nuova generazione dei registi “de paura” – ospitata al Noir in Festival di Courmayeur nell’ambito del terzo appuntamento con Vedo Nero, il convegno sulle nuove tendenze del cinema di genere nazionale organizzato da Istituto Luce Cinecittà – si riconosce in queste linee guida. Al Jardin de l’Ange, sotto lo sguardo del maestro dell’orrore Dario Argento e con il coordinamento di Federico Greco, si sono riuniti Lorenzo Bianchini, Luca Boni, Claudio Bronzo, Manuela Cacciaman, Giovanni Costantino, Domiziano Delvaux Cristopharo, Riccardo Paoletti, Raffaele Picchio, John Real, Marco Ristori, Edo Tagliavini, Ivan Zuccon e la “scream queen” Crisula Stafida. Tra tutti, una generazione di 30-40enni – hanno realizzato film di zombie e opere d’avventura in costume, horror puri e thriller in dialetto stretto, storie di licantropi e di epidemie. Quasi sempre con pochi mezzi e molti effetti visivi.

“Anni fa ho creato una sorta di factory con cui ho realizzato alcuni film – spiega Dario Argento in apertura di lavori – Sei su quindici progetti messi in cantiere sono andati in porto, poi ho abbandonato tutto per non perderci troppi soldi, ma ne sono usciti dei talenti”. Intanto i giovani operai dei “cantieri dell’horror” all’italiana si raccontano e svelano exploit che li hanno resi noti oltre confine, mentre restano invisibili in patria. Marco Ristori e Luca Boni hanno diretto tre film; il secondo, Zombie Massacre, è stato prodotto dal tedesco Uwe Boll e ora hanno in uscita Morning Star: “Il nostro primo film, Eaters, è stato venduto in oltre 25 paesi esteri e ha destato l’interesse di Uwe Boll che ci ha detto: ‘Se continuate pago io, ma dovete girare in inglese’. Ed ecco che abbiamo continuato a fare film, ma in una lingua che non è la nostra: un percorso obbligato perché non esiste un mercato italiano per questo genere di film outsider”.

Molto conosciuto all’estero come autore horror di matrice lovecraftiana, Ivan Zuccon ha recentemente realizzato Wrath of the Crows, coprodotto dall’americano Zack Ewans, ma l’entusiasmo lo sta abbandonando: “Ho un rapporto conflittuale con il cinema, noi registi di genere non siamo sostenuti abbastanza rispetto a quanto ci spendiamo nel lavoro, e ci sentiamo soli”. Lorenzo Bianchini è specializzato in horror in stretto dialetto friulano, e il suo ultimo lavoro Oltre il guado, è stato presentato al Festival di Taormina: “Noi giriamo sempre senza soldi, per passione, coinvolgendo troupe e attori. Poi magari otteniamo un successo inaspettato ai festival e combattiamo per portare i nostri film in sala”. Claudio Bronzo, invece, è un produttore, e si è innamorato del progetto di mockumentary su un’epidemia che gli ha proposto un regista incontrato a un festival: Maxi Dejoie. “Abbiamo girato 14 giorni, pensando subito di rivolgerci all’estero, non per snobismo, ma perché nel nostro paese questo genere ha un mercato nullo: infatti siamo usciti prima negli Stati Uniti e in Canada, poi abbiamo trovato Eagle e Videa per distribuire The Gerber Syndrome“. Anch’egli estimatore di Lovecraft, Domiziano Cristopharo ha puntato l’attenzione su un lago meteoritico abruzzese per la sua storia, The Night Gaunts, in cui compaiono anche Yvonne Sciò e Ruggero Deodato: “Si dice che stare vicino a quel lago fa diventare pazzi. Ci sono molte affinità tra leggende e storie popolari italiane e le storie di Lovecraft, non è un caso se tanti di noi si ispirano a questo scrittore”.

Diventato famoso all’improvviso per aver proposto il suo Midway ai selezionatori del film italiano da candidare all’Oscar, il giovanissimo John Real racconta della sua esperienza di studio in America, alla Ucla, “Lì tanti miei coetanei vedevano distribuiti i lofo film indipendenti nei circuiti”, mentre il trentenne Raffaele Picchio, con una buona dose di ironia parla del suo Morituris, “un film profondamente malvagio, in Italia e in italiano riconoscibile all’estero, dove la cronaca nera si mischia alla mitologia, i gladiatori ai fascisti. È uscito in tanti paesi esteri, ma in Italia non ha passato il visto censura. Ma non smetterò di partorire abomini”, promette. Mentre Crisula Stafida – vista urlare in Tulpa di Zampaglione – è fiera di essere “la prima scream queen dei tempi di internet“, ed Edo Tagliavini, autore di Bloodline, sottolinea il ruolo decisivo delle nuove tecnologie, “ma i regolamenti dei premi dedicati al cinema sono scritti sulla base delle vecchie”. La panoramica dell’orrore viene chiusa, infine, da Giovanni Costantino, che porta film in sala con Distribuzione Indipendente, “che è, purtroppo, il braccio armato del nuovo cinema italiano. Portare questi film in sala dovrebbe essere un compito delle distribuzioni importanti sovvenzionate dal ministero, invece lo facciamo noi che non siamo sostenuti da nessuno, siamo partiti dal cineclub e dopo due anni siamo arrivati sul circuito classico”. Del gruppo fa parte anche Riccardo Paoletti, che al Noir presenta a mezzanotte Neverlake, uno dei web movies promossi da Rai Cinema: “E’ un horror retroattivo: magari non ti fa saltare sulla sedia lì per lì, ma ti rimane dentro e ti angoscia quando ci ripensi”. “Il vero incubo, alla fine – constata infine Dario Argento – è trovare i soldi e arrivare in sala. Se devi girare un film low budget, tanto vale farlo col telefonino o per il web e aspettare che parta il tam tam, tanto il risultato è quasi uguale”.

13 Dicembre 2013

Noir in Festival 2013

Noir in Festival 2013

“Neverlake”: horror in salsa toscana e voce inglese

Opera prima di Riccardo Paoletti prodotta da Manuela Cacciamani, è una "dark tale retroattiva" nata dal successo del primo web movie realizzato per Rai Cinema: Fairy Tale. Il film, passato al Noir in Festival, racconta di un'adolescente che da New York si trasferisce ad Arezzo dal padre, vicino al misterioso Lago degli Idoli: "Un'ambientazione accattivante per gli stranieri, che amano molto la Toscana - dice la produttrice - a cui si univa l'aggancio alla realtà storica delle statuette etrusche che vi venivano gettate: molto conosciute all'estero, visto che sono esposte nei musei di mezzo mondo, oltre che un perfetto ingrediente horror"

Noir in Festival 2013

Regina Orioli, novella “scream queen” della commedia horror

L'attrice è la protagonista di Nuit Americhèn, cortometraggio di Federico Greco presentato in anteprima al Noir in Festival. Graffiante satira splatter del mondo dei registi "underground" di genere, il film è interpretato anche da Gianmarco Tognazzi, Fausto Sciarappa, Alberto Di Stasio e Francesco Scimemi. "Mi divertiva molto il doppio piano della recitazione: dovevo interpretare un'attrice cagna e insieme mostrare paura autentica", dice la Orioli, che vorrebbe lavorare con Bernardo Bertolucci

Noir in Festival 2013

“Enemy” di Villeneuve vince il Noir in Festival

Il Premio Speciale della Giuria va, ex aequo, a Wakolda di Lucia Puenzo e The Keeper of Lost Causes di Mikkel Nørgaard. La giuria ha assegnato all'unanimità il Leone Nero a Enemy, "Una pellicola perturbante, di grande tensione, che offre una nuova e originale lettura del tema del doppio". Il premio per la Migliore Interpretazione è andato all'italiano Roberto De Francesco per Neve di Stefano Incerti

Noir in Festival 2013

Lambert Wilson: “La mia storia d’amore col cinema italiano”

Appena arrivato in sala con Molière in bicicletta, il carismatico attore francese ha accompagnato al Noir in Festival Vinodentro, il nuovo film di Ferdinando Vicentini Orgnani, a 10 anni di distanza da Ilaria Alpi, secondo italiano in concorso a Courmayeur. "Ho scoperto il cinema italiano quando ero piccolo grazie a mio padre, che mi portò a Cinecittà sul set di Beatrice Cenci. Lo seguvio spesso e da adolescente mi sono innamorato a mia volta di Fellini e Visconti. Ora adoro il cinema di Garrone, Sorrentino e Crialese"


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