‘Futura’ applaudito dal ‘New York Times’

Futura, il reportage distribuito da Luce Cinecittà e diretto a sei mani da Alice Rohrwacher, Francesco Munzi e Pietro Marcello, accolto assai bene dal NYT


Futura, il reportage, prodotto da Avventurosa con Rai Cinema e distribuito da Luce Cinecittà, diretto a sei mani da Alice Rohrwacher, Francesco Munzi Pietro Marcello, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2021, viene assai bene accolto sul New York Times dall’influente critico A.O. Scott. 

 

“Le premesse di Futura non potrebbero essere più semplici. Alla fine del 2019 tre registi – Pietro Marcello (Martin Eden), Francesco Munzi (Anime nere) e Alice Rohrwacher (Lazzaro felice) – hanno deciso di andare a intervistare gruppi di italiani delle scuole superiori e delle università in varie parti del paese. Le loro domande riguardano principalmente i sogni, le ansie e le ambizioni che fanno parte ovunque del paesaggio giovanile in tutte le epoche. Alcune delle risposte che sentiamo nel film sono concrete e personali: una carriera in agricoltura oppure in cosmetologia; viaggiare oppure avere bambini. Altre sono astratte e collettive, trattano del destino del paese e dell’essenza stessa della felicità. Ci sono momenti di emozioni complesse e un sottotesto politico diffuso. Viene analizzata l’Italia contemporanea, con le divisioni di classe, regione, sesso, nazionalità e ideologia che percorrono la penisola. Uno spettatore incline alla sociologia raccoglierà molte informazioni riguardanti l’agricoltura, l’educazione professionale, i ruoli di genere, le funzioni dello Stato e lo stato del meridione. Agli appassionati di cinema italiano verranno in mente le fulgide storie di conflitti familiari e di amicizie adolescenziali, di lavoro nei campi e in fabbrica, create da Pasolini, Olmi, Fellini e De Sica. Chiunque abbia un cuore rimarrà commosso dallo spirito generoso, critico e umanista espresso dai ragazzi da un lato e dagli adulti dall’altro. Non c’è una trama e gli intervistati non vengono identificati per nome fino ai titoli di coda. All’inizio sono rimasto affascinato da un gruppo di pugili esuberanti in una palestra in Sardegna – forse gli unici giovani in Italia a cui non piace il calcio – e ho atteso invano di rivederli. D’altra parte, fare conoscenza con una classe di studenti di cosmetologia in Calabria o con un branco di bagnanti nel Nord Italia è stato come ritrovare dei vecchi amici. Sarebbe un errore richiedere un’eccessiva coerenza ad un ritratto collettivo così caleidoscopico e aperto. Alcuni giovani che sembrano provenire da ambienti privilegiati – ad esempio un trio di cavallerizzi vicino a Torino – si dichiarano soddisfatti dello status quo. Altri, in ambiente universitario, parlano con un linguaggio condito di teorie. Si percepiscono un forte desiderio di cambiamenti ma anche uno scetticismo su come ottenerli. Forse la dichiarazione politica più appassionata è l’appello vago ma ardente di un giovane che invoca la riforma fiscale. Un senso di futilità pervade molte delle conversazioni. L’idea che il paese non riesca a dare un futuro alle giovani generazioni è straziante. Allo stesso tempo la solidarietà tra questi giovani uomini e donne, e l’affetto che molti di loro esprimono nei confronti dei propri genitori, dimostrano la tenacia delle istituzioni e delle tradizioni fondanti dell’Italia. Futura afferma soprattutto la resilienza di un approccio al cinema fondato sulla curiosità, sui principi democratici e sull’idea che le persone siano in grado di esprimersi da sé. Nessuno di noi sa cosa ci riservi il futuro, ma un film come questo ci fa ricordare perché dovremmo preoccuparcene”.

28 Gennaio 2022

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