‘Chi ha rapito Jerry Calà?’, il ritorno del comico tra nostalgia e autoironia: “Il mio film? Una libidine pazzesca”

A 72 anni l'attore e regista scherza su se stesso in una stravagante commedia piena di guest star, da Mara Venier a Massimo Boldi. "Ora vorrei essere diretto da un grande regista, mettere in gioco questo nuovo aspetto e l'esperienza maturata in tanti anni di esperienza"


Arriva con cinque giorni di anticipo, il 19 dicembre, sulle principali piattaforme come Prime Video e Chili, il nuovo film da regista e attore di Jerry Calà, che torna alla commedia con una stravagante settima regia. Il film segue le tracce di una banda di tre sgangherati napoletani alle prese con il sequestro di Jerry Calà, fatto scomparire dopo uno spettacolo live.

Il cast comprende numerose guest star nei panni di loro stesse, un gioco di maschere e personalità con cui Calà scherza incessantemente su se stesso. Nel film, i molti amici contattati per il riscatto fanno appello a numerose ragioni per ignorarlo, abbandonando il collega al suo destino. Dalla famiglia, con la partecipazione del figlio Johnny, che preferisce prendersi del tempo senza il padre attorno, agli amici maturati nel corso di una lunga carriera da personaggio dello spettacolo: da Mara Venier (“Potete tenervelo! Con tutte le volte che mi ha tradito!”) a Massimo Boldi, nell’eccezionale ruolo dell’amico vendicativo, ma anche Umberto Smaila e Maurizio Casagrande. A questi si aggiungono Sergio Assisi, Antonio Fiorillo e con Barbara Foria, Francesca Tizzano, Shi Yang Shi, Pasquale Palma, con Nando Paone e Gianfranco Gallo.

I tre rapinatori, a cui si aggiungeranno una misteriosa ragazza e la sorella dell’ideatore del colpo, un comico fallito, cercano di riscattare le proprie vite senza fare del male a Calà, a cui finiscono per affezionarsi. “Un giorno mi chiamano i produttori e mi dicono: ‘abbiamo una folle ide,a perché non facciamo un film in cui tu vieni rapito e interpreti te stesso?’ – spiega Jerry Calà -. Subito li ho mandati a quel paese, poi però mi sono consultato con lo sceneggiatore Edoardo Becchi e abbiamo cominciato a immaginare scene e a giocare molto con l’autoironia, dandomi molto addosso vendendo le reazioni degli amici che avrebbero dovuto pagare il riscatto”.

A un certo punto di Chi ha rapito Jerry Calà? l’attore viene portato in un cinema dismesso. Il locale appartiene a uno dei rapinatori, in cerca dei soldi per ripagare i debitori e salvare così la sala. Uno spaccato di realtà che si fa spazio nella leggera follia di questa commedia. “Non vediamoci più di quello che c’è”, avverte però Jerry Calà. “Mi piaceva molto l’idea dei rapinatori che mi portano in un cinema abbandonato, perché è molto attuale ed era un discorso che avevamo in testa”. Niente di più: Calà resta fedele alla commedia anni ’80, votata al puro svago e divertimento.

“Me l’ha insegnato Ferreri”, racconta. “Durante una pausa su un set un giorno mi fa: ‘se in questa scena faccio passare un nano ci scrivono quattro libri’, non cerchiamo cose profonde dove non ci sono. Avevo paura che un titolo così portasse il pubblico a pensare a qualcosa di molto commerciale, leggero e televisivo. Mentre ci abbiamo tenuto a fare un film vero, nella sua follia, non è una comicità sopra le righe, è un umorismo di situazione. Anche nelle musiche di Sandro Di Stefano ci abbiamo tenuto a riportare le atmosfere dei poliziotteschi anni ‘70”.

Secondo l’attore e regista comico, in attività dagli anni ’80, la commedia di oggi soffre invece il politicamente corretto e a questo collega il successo di alcuni cult riscoperti, come Vacanze di Natale, che tornerà in sala sotto le feste in occasione del quarantesimo anniversario dall’uscita: “La gente è stufa, non se ne può più. I ragazzi quando vedono i film degli anni ‘80 dicono ‘ma voi eravate liberi’, e io dico sì, è vero. Comprendo una nuova sensibilità, ma bisognerebbe non esagerare. I ragazzi trovano più trasgressivo Vacanze di Natale di un film che esce oggi”.

A 72 anni, Calà, dopo la settima regia, guarda al futuro e ipotizza nuovi scenari in cui mettere in gioco l’esperienza di oltre quarant’anni di carriera. “Per un attore non è mai finita. Adesso mi piacerebbe separare l’attore e il regista. Mi piacerebbe essere diretto da uno molto bravo e fare un film dando dimostrazione anche di questa nuova età, di questo mio nuovo aspetto. Un personaggio che dia dimostrazioni attoriali che credo di aver maturato in 50 anni. Invece come regista mi piacerebbe dirigere un film senza fare l’attore”.

Alessandro Cavaggioni
18 Dicembre 2023

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