Bisio e ‘L’ultima volta che siamo stati bambini’: il debutto alla regia in anteprima a Giffoni

GIFFONI – La prima giornata della 53ma edizione del Giffoni Film Festival è stata nel nome di Claudio Bisio e del suo esordio dietro la macchina da presa, a 66 anni: L’ultima volta che siamo stati bambini “nasce dalla lettura del libro di Fabio Bartolomei nel 2018: mi ha folgorato”, ha raccontato l’artista, la cui opera prima da regista uscirà nelle sale il 12 ottobre.

Bisio spiega: “abbiamo preso i diritti perché secondo me andava fatto, poi ho provato a immaginare il regista: alla terza/quarta riunione i produttori mi hanno detto ‘perché non lo fai tu?’. Dopo qualche riserva ho accettato. ‘Ci provo. Solo se trovo i bambini giusti, però. Se sbaglio i protagonisti meglio non farlo’. Li ho trovati quasi subito, ho fatto tanti provini con anche tante vicissitudini sul cast. Il film è ambientato a Roma con i giovani protagonisti Carlotta De Angelis, Vincenzo Sebastiani, Alessio di Domenicantonio e Lorenzo McGovern Ziani. È una storia molto romana e infatti Bisio conferma: “abbiamo girato tante scene nel cuore della Capitale e io, da non romano, ho imparato ad amarli. Tutto il primo atto è a Roma, ma poi il film è on the road, un viaggio in Toscana. Tranne nella parte romana iniziale, per quasi tutto il viaggio non ho voluto vedere tedeschi, camionette: è una storia itinerante di amicizia”.

E se a primo impatto potrebbe sembrar di ricordare La vita è bella di Benigni, Bisio conferma che “è quasi il contrario del suo film: lì un adulto parla a un bambino. Qui sono i bambini che raccontano quello che loro vedono e come vedono gli adulti. Vincenzo è un balilla, Riccardo è un bambino ebreo: nei loro punti di vista c’è grande confusione ma… esprimono il loro punto di vista!”.

Bisio entra ulteriormente nel racconto e spiega che “nel primo atto del film i maschi giocano a fare la guerra: li ho lasciati improvvisare e da lì è venuta l’idea dell’anti-aerea” e sulla base della sceneggiatura di Fabio Bonifacci, “poi sul set ci siamo regalati altri momenti di improvvisazione”.

Bisio non ha mai diretto un film ma “ho fatto 43 film, quindi mi sono scelto i numeri 1 dell’industria; avere loro a fianco è stato un percorso stupendo”: il film è prodotto da Sandra Bonzi, Claudio Bisio stesso, Massimo Di Rocco, Luigi Napoleone, Angelo Laudisa, con la distribuzione di Medusa.

“È esattamente il film che volevo fare”, afferma. “La prima cosa che viene in mente per un film del ‘43 è il Neorealismo, ma a me non interessava. Per me era una favola, ma un po’ meno: ecco, riuscire a farmi capire non è stato facile, ma fin dalle prime scene il set mi ha capito, a partire dall’attrezzista; la scena del macinino nasce dalla mia volontà di avere oggetti reali, ma usati in modo fantasioso”.

L’ultima volta che siamo stati bambini è una storia di vite che si intrecciano, mille rivoli di emozioni: si gioca alla guerra mentre le bombe cadono dal cielo per davvero. È una storia di amicizia, di una fanciullezza sfuggita via troppo presto ma Bisio, in riferimento a questa sua prima volta, garantisce: “il bambino dentro di me è ancora vivissimo”. Per Claudio Bisio è l’età del coraggio, il momento giusto per sfidare se stesso.

di Nicole Bianchi