9 gennaio 2024, la rassegna stampa 

Sulle principali testate odierne, i premiati dei Golden Globe: la “sfida” Stone-Robbie; il botteghino sale e Siani supera se stesso; Mieli e Gianani fondano una casa di produzione; Pietro Castellitto esce con 'Enea'; Idan Amedi di 'Fauda' ferito a Gaza: non è un film; e Netflix vince causa contro i soci


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo.   

QUANDO IL GOLDEN GLOBE E’ FEMMINA

La maggior parte delle testate quotidiane mette in primo piano la premiazione dei Golden Globe 2024, avvenuti – secondo orario italiano – nelle primissime ore della mattina dell’8 gennaio: tra le pagine meno didascaliche quelle che Chiara Maffioletti dedica sul “Corriere della Sera” a Emma Stone e Margot Robbie, parlando di sconfitta della Barbie femminista. “Doveva essere la notte di Barbie, è stata quella di Frankenstein (donna). Eppure, le differenze sono meno di quelle che sembrano. Perché sia il personaggio della bambola bionda che quello della donna bambina riportata in vita da un folle scienziato sono due simboli, potenti, del pensiero femminista che, film dopo film, sta cambiando Hollywood”. È stata la Stone a conquistare “il suo secondo Golden Globe come Miglior Attrice per Povere creature!, dopo quello vinto nel 2017 con La La Land. ‘Una donna che traccia la propria rotta verso la libertà’. Viene definita così la sua Bella Baxter nel film di Yorgos Lanthimos. Ma è una frase che potrebbe calzare perfettamente anche per la Barbie Stereotipo che impersona Robbie”.

SIANI SPINGE IN ALTO LA SALA E SUPERA SE STESSO

Il ricco inizio anno del cinema in sala è merito del film di Alessandro Siani, scrive Viviana Persiani su “Il Giornale”. “L’incasso fino all’Epifania, del 2024, è nettamente superiore a quello dello scorso anno. I botteghini italiani hanno raccolto qualcosa come 20.573.349 euro, contro i 16.278.401 del 2023; il che, non guasta. Molto del merito di questa partenza sprint la si deve a Succede anche nelle migliori famiglie, andato, probabilmente, al di là delle sue più rosee previsioni. Soprattutto, in confronto al precedente Tramite amicizia, che aveva fermato la sua corsa a 3 milioni. Ora, invece, la nuova commedia ha già messo in cassa 3.864.379 euro (dei quali, 2.102.841 nel solo fine settimana) e sicuramente potrà scavallare la quota almeno dei 5 milioni di euro”.

MIELI E GIANANI FONDANO UNA CASA DI PRODUZIONE

“Italia Oggi” conferma i rumors delle ultime settimane: “Mieli e Gianani lasciano e fondano la loro casa di produzione. Un inizio d’anno problematico per Fremantle Media in Italia. Lorenzo Mieli, presidente di Fremantle e ceo della casa di produzione controllata The Apartment pictures, e Mario Gianani, ceo della casa di produzione controllata Wildside, lasciano il gruppo e fondano una loro casa di produzione, al 50% ciascuno. La nuova struttura, poi, si aprirà a un fondo di investimento estero con i due soci fondatori che diluiranno la loro quota. Nel frattempo, Mieli e Gianani hanno già ingaggiato due manager importanti che lavoreranno con loro: Mauro Martani, ex coo e cfo di Fremantle Media Italia, e Dario Morelli, ex coo di The Apartment pictures. Insomma, in una botta sola Fremantle media Italia perde quattro punte di diamante, e Andrea Scrosati, coo global di Fremantle e ceo di Fremantle per l’Europa continentale, dovrà lavorare sodo per riorganizzare la filiale italiana. Poiché The Apartment era una creatura modellata a immagine e somiglianza di Mieli, potrebbe anche essere che in vista di questa riorganizzazione Fremantle decida di tenere tutte le sue operazioni produttive di cinema e serie tv sotto il cappello di Wildside (che sta festeggiando gli incassi record del film C’è ancora domani, di cui è produttore insieme con Vision distribution) e di chiudere The Apartmemt. Di sicuro, come fanno notare analisti della industry audiovisiva, in Italia si assiste a un gran sommovimento … E gli intrecci si infittiscono”.

PIETRO CASTELLITTO: “MI HANNO FORMATO GLI HATERS”

Pietro Castellitto si appresta a uscire al cinema, da regista e interprete di Enea, suo secondo film, in sala dall’11 gennaio. Intervistato da Annalia Venezia per “Domani”, afferma: “Tra vent’anni vorrei fare altro”. Però, per ora, è certo: “mia madre mi ha educato all’ironia. Mi pento quando non do retta a me stesso”. Insomma, ha delle certezza Castellitto, ma “Controlla mai che cosa dicono di lei sui social?”, gli domanda la giornalista. “Ora meno perché le cose mi stanno andando bene, ma da piccolo i commenti mi indebolivano. Toglievano l’euforia necessaria che serve per fare le cose. Dopo quella mia battuta su Roma Nord che è come il Vietnam sono stato preso d’assalto, però gli haters mi hanno formato. Rafforzato. Madre scrittrice, padre attore. Il cinema è stato un rischio. Volevo fare altre cose, però la costante è sempre stata quella di tenere la mia vita il più lontano possibile dal senso di ansia che mi dava la scuola” ma “Ora in che fase della vita si colloca?”: “Un personaggio del film dice: ‘La vita non dura tutta la vita, la vita dura finché sei giovane’, conclude lui”.

FERITO NEL COMBATTIMENTO L’ATTORE DI FAUDA, MA NON E’ UN FILM

Del Gatto su “La Stampa”, ma non solo, riporta del ferimento di Idan Amedi, attore e cantante israeliano, nella serie Fauda interprete del personaggio Sagi Tzur: l’artista è stata gravemente ferito nel conflitto a Gaza, ma purtroppo non si tratta di finzione cinematografica, bensì della guerra reale. “L’attore è stato trasportato in aereo allo Sheba Medical Center di Tel Hashomer, dove è sedato e riceve cure, anche se non è in pericolo di vita. Su Instagram viene pubblicato un aggiornamento continuo delle sue condizioni. La stella di Fauda stava completando il servizio di riserva nel Corpo dell’ingegneria da combattimento quando è stato ferito. Dopo il 17 ottobre, era stato tra i primi a invocare un intervento contro Hamas”.

NETFLIX VINCE CONTRO I SOCI

Sul “Sole 24 Ore” si legge che “Netflix ha vinto una causa intentata da alcuni azionisti in una Corte federale della California. I soci accusavano il gruppo di nascondere i dati su quanto la condivisione degli account ostacolasse la crescita del gruppo. Un fondo texano aveva avviato la causa nel 2022”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

redazione
09 Gennaio 2024

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