23 aprile 2024, la rassegna stampa

Il countdown per i David e la rinuncia alla candidatura del compositore Piersanti, le interviste a Michele Riondino, Valérie Donzelli e Alessandra Cutolo. Poi le riprese della nuova serie Rai 'Sandokan', la grande stagione del cinema irlandese e il libro sui produttori italiani tra Cinecittà e Hollywood


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo

 

PIERSANTI RINUNCIA AL DAVID: “C’È UN EQUIVOCO, ‘COMPOSITORE’ È L’AUTORE DI MUSICHE ORIGINALI”

Sulle pagine di spettacolo l’appuntamento del 3 maggio per la diretta della premiazione dagli studi di Cinecittà su Rai1, ma anche le parole del pluripremiato compositore romano che ha inviato una lettera alla presidentessa Detassis, rinunciando alla sua candidatura (con la colonna sonora de Il sol dell’Avvenire): “il mio obiettivo è sollevare il problema – scrive Piersanti – per concorrere nella categoria ‘miglior compositore’ la percentuale di musiche originali dovrebbe essere superiore rispetto alle musiche di repertorio”,

 MICHELE RIONDINO: TUTTO È POLITICA, ANCHE IL CINEMA

“Come diceva Gian Maria Volontè, tutto è politica, il cinema, il teatro, le canzoni”. Così l’attore e regista esordiente candidato al David di Donatello, Premio Mazzacurati per il ‘Miglior Personaggio’ interpretato nel suo Palazzina Laf, intervistato da Fulvia Caprara su ‘La Stampa’. “Sono forme in cui le persone esprimono le loro idee, e, in quelle invenzioni c’è sempre una presa di posizione, quindi una scelta politica. Da Albanese a Garrone a Cortellesi, quest’anno al cinema oltre al mio film ce sono tanti altri che fanno riflettere”.

 VALÉRIE DONZELLI: NE IL CORAGGIO DI BLANCHE LA DIFFICOLTÀ DI FUGGIRE DALLA VIOLENZA

“Ho sentito la necessità di portarlo sullo schermo” – rivela a Gloria Satta su ‘Il Messaggero’ la regista del film in sala il 2 maggio – “per parlare della dominazione dell’uomo sulla donna evitando i luoghi comuni. Volevo entrare nella testa della vittima, capire quanto è difficile mantenere la lucidità quando sei succube di qualcuno. Il marito di Blanche non è un bruto ma diventa violento perché ha paura della libertà della moglie. E quando lei decide di andarsene, perde la testa”.

ALESSANDRA CUTOLO: MAMA MERCY E LA COMUNITÀ DEI MIGRANTI ROMANA

“Quando ho incontrato il mondo delle ragazze nigeriane e le loro storie di traversate nel mare o nel deserto, ho deciso di raccontarle”, spiega la regista a Francesca Saturnino su ‘il manifesto’. Dopo il Torino Film Festival, Sguardi altrove e il Laceno D’Oro, il film verrà presentato stasera allo spazio Spin Time di Roma. “Confort, la protagonista, è la mamma di una compagna di scuola di mio figlio: è arrivata in Italia dopo un viaggio in mare che le ha bloccato i respiro: in molti sono morti annegati e lei non ha potuto fare niente”.

 SANDOKAN, L’AVVIO DELLE RIPRESE E LO SCETTICISMO VERSO IL REMAKE

“Giù le mani da Sandokan, la tv impossibile da replicare” è il titolo dell’articolo di Antonio Dipollina che su ’la Repubblica’ non trattiene il suo scetticismo verso la nuova serie tv Sandokan prodotta da Lux Vide con Can Yaman e Alessandro Preziosi, ricordando quella del 1976 con Kabir Bedi e la regia di Sollima. “Quel Sandokan fece 27 milioni di telespettatori”, scrive Dipollina. “Diciamo che,anche se ovviamente se ne attendono di più, oggi sarebbe un discreto risultato anche averne due milioni e sette, in questi tempi decimati”.

 DA MURPHY A MESCAL, SCOTT, BUCKLEY: LA PRIMAVERA DEL CINEMA IRLANDESE

“Era dagli anni Novanta che il cinema irlandese non viveva una stagione altrettanto calda”, scrive Stefania Ulivi sul ‘Corriere della Sera’ riferendosi al premio Oscar Cillian Murphy, ma anche amolte altre star sue connazionali in ascesa: da Paul Mescal (Gladiator 2) ad Andrew Scott (il Ripley su Netflix), fino a Barry Keoghan, Saoirse Ronan, Kerry Condon e Jessie Buckley. “Negli ultimi anni la cultura e il cinema sono stati sostenuti in maniera sistematica, con grande attenzione ai giovani”, spiega Gráinne Humphreys, direttrice Dublin Film Festival.

 TUTTI I SEGRETI DEI PRODUTTORI ITALIANI TRA CINECITTÀ E HOLLYWOOD

“Uno straordinario gruppo di sognatori e avventurieri che hanno tentato, con esiti alterni ma con lo stesso ammirevole coraggio, di trasformare la crisi di un’industria in opportunità” Così Domenico Monetti e Luca Pallanch (già autori di Per i soldi o per la gloria) scrivono nell’interessante libro-intervista Champagne e cambiali (Minimum Fax), recensito da Federico Pontiggia su ‘Il Fatto Quotidiano’. Il sottotitolo è Nuove storie e leggende dei produttori italiani da Cinecittà a Hollywood.

 

Giovanna Pasi
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