Set of Culture, nasce una piattaforma di location europee

Italian Film Commissions e Anno Europeo del Patrimonio Culturale: il nuovo progetto presentato a Cannes all'Italian Pavilion


CANNES – Nell’anno in cui l’Europa ufficialmente cura, protegge e valorizza il territorio in chiave culturale, dall’Italia nasce il progetto europeo che, dal punto di vista del cinema, raccoglie, propone e comunica il territorio nazionale e internazionale: “Set of Culture” è stato presentato all’Italian Pavilion da Cristina Priarone – DG Roma Lazio Film Commission, con Stefania Ippoliti e Nevina Satta, alla presenza di Filippo Del Bello e Riccardo Marchegiani, location manager e direttore di produzione di esperienza internazionale. 

Le danze sono aperte da Stefania Ippoliti, coordimento FC nazionali: “In questo anno particolare, a noi piaceva che anche il cinema intervenisse in questa operazione di valorizzazione di quello che di più bello possiede l’Europa. Spesso è sul piano della bellezza delle nostre location che otteniamo lavoro. Abbiamo avuto un’idea per coinvolgere gli europei, anche chi non si interessa di cinema”. 

Le fa eco, pragmaticamente e con orgoglio, Cristina Priarone – DG Roma Lazio Film Commission: “Set of Culture’, è un’iniziativa riconosciuta tra quelle dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. Ci è stato chiesto, come IFC, cosa potessimo fare e così abbiamo pensato che, nonostante ciascuna FC sia autonoma, forse una dimensione unitaria e coordinata, in chiave europea, potesse essere utile. Si è pensato ad una piattaforma di location europee, che ogni FC proporrà, scegliendo tra le più suggestive, per colpire gli europei. Metteremo in atto anche un premio, affinché i cittadini europei possano votare quella che preferitscono. Per avviare il progetto, ci siamo concentrati su alcune categorie per noi più emblematiche in spirito europeo, cinque in particolare: le piazze – luoghi di incontro, i ponti – immaginari e non, i castelli – simbolo del sogno, i siti archeologici – che raccontano la Storia e, infine, i luoghi diplomaticamente emblematici, quelli dove possono essere stati firmati trattati e accordi. Ci sembrava il momento giusto per proporre il tema dei luoghi con un respiro più ampio, siamo aperti a tutti i suggerimenti che potranno arrivare da ora in poi”. 

Per Nevina Satta, direttrice Fondazione Sardegna Film Commission: “È un work in progress: noi stessi ci stiamo lanciando una sfida, è interessante parta dall’Italia, che vanta capacità di dare accoglienza da parte della FC e attenzione alla consulenza di produzione creativa. È importante anche uscire dagli aspetti filologici di un luogo, che la magia del cinema riesce a trasformare: si tratta della capacità istituzionale di creare nuove opportunità”. 

Un progetto fatto di luoghi, “Set of Culture”, di idee concrete, ma anche di persone, che sono fondamentali perché il cinema possa e sappia usare l’ambiente e lo spazio, così sono coinvolti nel discorso Filippo Del Bello, location manager (Inferno, Spectre, Fast&Furious) e Riccardo Marchegiani, direttore di produzione (Mektoub My Love : Canto Uno). Il primo racconta che: “Non vivo molto la realtà italiana, più quella spagnola, anche se ho il privilegio di aver lavorato di recente in Italia e spesso le FC sono di grande supporto, anche nella scoperta dei luoghi. L’approccio statunitense, rispetto all’Europa, si basa su altri budget e quindi hanno più potere e agio di alterare le location. Una cosa fondamentale è l’aspetto strategico della scelta di una location. In generale, ‘ci viene detto’ dove girare, si decide in funzione del Fondo che il film può ricevere. Questo mestiere comporta rapporti umani anzitutto, e va fatto pensando al beneficio del luogo in cui si va a girare. Non credo serva una scuola per fare il location manager, ma criterio e consapevolezza nel capire che non si può fare tutto dappertutto”. Riccardo Marchegiani prende spunto dal collega per concordare: “Sull’accesso al credito, il discorso è indiscutibile: se rientra nel budget ovviamente siamo felici. Le discriminazioni di scelta vengono fatte anche in base all’accesso del credito: l’Italia paradossalmente non ha un credito minimo, cosa che permette di fare riprese più studiate. Va detto che ci sono anche Regioni, anche in Francia dove lavoro spesso, che vanno di moda a periodi: come ci sono film che hanno ‘mosso’ delle zone, che adesso sono ‘macchine’ adatte al cinema”. 

E le donne? In un periodo in cui la tutela della figura femminile, molto anche nel cinema, è tema di discussione globale, non si dimentica di fare una riflessione sui mestieri degli stessi, al femminile. Del Bello dice che: “Chi copre una funzione come la mia viene pagato per il ruolo, indipendentemente dal sesso”. Soddisfa Marchegiani, affermando che: “In Francia, ci sono tante donne: il migliore scout di Francia è sicuramente una donna!”. 

L’occasione della presentazione di “Set of Culture” è anche momento per ricordare il recente progetto Italy for Movies – portale nazionale delle location e degli incentivi alla produzione cinematografica e audiovisiva, progetto delle Direzioni Generali Cinema e Turismo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, realizzato da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con l’associazione Italian Film Commissions – “che mira a dare una vetrina e una fruibilità dei beni culturali”, chiosa Cristina Priarone. 

10 Maggio 2018

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