Paolo Hendel e Vauro e la sala fiorentina Universale

La musica, la politica, il cinema, le speranze di una generazione degli anni ’70 raccontati attraverso un cinema del quartiere di San Frediano ne L’Universale di Federico Micali, in concorso al Bif&st


La cultura, la musica, la politica, il cinema, le speranze di una generazione a cavallo degli anni ’70 in Italia, raccontati attraverso gli occhi di Tommaso, Alice e Marcello, tre ragazzi che crescono intorno allo storico Universale, sala cinematografica fiorentina, nel quartiere di San Frediano. Questa la storia de L’Universale di Federico Micali, che uscirà il 14 aprile distribuito da Occhio e la Luna con il supporto de Lo Scrittoio. Prima dell’uscita al cinema dal 3 aprile è in concorso al Bif&st, il festival di Bari e il 12 sarà proiettato in anteprima per il pubblico al Teatro Verdi di Firenze alla presenza del cast.

L’Universale è stato ricostruito in un vecchio cinema di Pontassieve (Firenze) e la storica sala del quartiere di San Frediano, chiusa nell’89, nel film rivive gli episodi che hanno contribuito a crearne il mito: dall’ingresso in sala di una Vespa. A Pontassieve sono state girate anche le scene della Rokkoteca Brighton, palcoscenico del primo concerto dei Litfiba. Molti i ciak anche nelle strade del quartiere di San Frediano e sui lungarni di Firenze.
Il film è stato scritto insieme a Cosimo Calamini (sceneggiatore e scrittore fiorentino) e Heidrun Schleef. I protagonisti sono Tommaso (Francesco Turbanti), il figlio del proiezionista della sala, e i suoi amici Alice (Matilda Lutz) e Marcello (Robin Mugnaini). Nel cast anche Claudio Bigagli (il proiezionista, padre di Tommaso), Paolo Hendel, nei panni del programmatore del cinema (“il programmista Ginori”), e Vauro, che interpreta Ivo Tanturli, padre di Marcello e comunista di ferro; oltre a Maurizio Lombardi (il padre di Alice, nonché frequentatore assiduo del cinema), Anna Meacci (la mitica cassiera), Roberto Gioffré (la maschera storica), Ilaria Cristini (la barista) e Francesco Mancini (la nuova maschera). E per la prima volta sullo schermo i giovanissimi Edoardo Pagliai, Gea Dall’Orto e Andrea Francini. La colonna sonora è affidata alla Bandabardò.

Il film racconta, quindi, la storia di tre amici: Tommaso, Marcello e Alice, dei loro destini che s’intrecciano, si lasciano e poi si ingarbugliano di nuovo, in una serie di avventure a cavallo degli anni 70 e che incarnano i sogni le illusioni e le sconfitte di una generazione. Ma questa è anche la storia di un cinema di Firenze e di tutti i personaggi che in quel periodo ci gravitavano intorno.

“Per quasi due anni ho ‘vissuto’ all’interno del Cinema Universale di Firenze assorbendo una straordinaria serie di racconti, storie e aneddoti che sono poi, in piccola parte, confluiti nel mio documentario, Cinema Universale d’essai – spiega il regista Micali – E’ stato un viaggio emozionate e divertente in una storia del cinema molto privata, quella che ha caratterizzato l’identità di varie generazioni che si sono alternate su quelle scomode poltroncine di legno. Da queste basi ho iniziato a cullare l’idea di avere il Cinema Universale come teatro di una scrittura drammaturgica che superasse i confini segnati dal reale, per andare a raccontare la storia di una generazione – quella che passa per gli anni ’70 –  attraverso le strette mura di un cinema e l’immensa finestra che è il suo schermo”. 

23 Marzo 2016

Bari 2016

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Il direttore Laudadio annuncia anche "la retrospettiva di un grande attore, magari anche regista, o di un’attrice americani viventi”. Edizione 2017 nel segno della tutela dell’ambiente: previsti incontri e conversazioni su cinema e scienza, “saranno con noi scienziati, fisici, matematici, personalità della cultura e il cinema denuncerà la distruzione della bellezza e dell’ambiente”. Tornerà inoltre la sezione internazionale del Festival con una quindicina di titoli. Presto il gemellaggio con il Festival del cinema italiano di Annecy

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