Minari diretto da Lee Isaac Chung, prodotto da Brad Pitt e candidato a 6 premi Oscar, è stato annunciato da Academy Two come titolo nelle sale italiane il primo giorno di riapertura dei cinema, il 26 aprile, all’indomani della Notte hollywoodiana, da cui potrebbe uscire vittorioso: in particolare, secondo le previsioni della vigilia, ci sono opportunità per la diva del cinema coreano Yuh-Jung Youn, candidata Miglior Attrice Non Protagonista.
Minari ha già conquistato molti premi ai Golden Globe, al Sundace e ai Bafta, un’opera all’insegna dell’inclusione.
E’ il quarto lungometraggio scritto e diretto da Chung, figlio di immigranti dalla Corea del Sud, cresciuto in Arkansas, ma è anche quello più personale, una riflessione intima sull’incontro di due mondi.
Chung ha cominciato a mettere a fuoco l’idea del film spinto dal desiderio di raccontare alla sua bambina le sue origini, i sacrifici che avevano dovuto fare i suoi genitori per arrivare in America e che cosa significasse per lui la famiglia. Tutto ha inizio quando Jacob (Steven Yeun), da poco arrivato dalla Corea, trascina la sua famiglia dalla California all’Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita da agricoltore, negli Stati Uniti degli Anni ’80. Sebbene Jacob veda l’Arkansas come una terra ricca di opportunità, il resto della sua famiglia è sconvolto da questo imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell’isolata regione dell’Ozark. Ma saranno due membri della famiglia, il più giovane David (Alan Kim) di sette anni e la più anziana, Soonja (Yuh-Jung Youn), la nonna furba e dispettosa appena giunta dalla Corea, ad aprire la strada verso il loro futuro.
Il film, dal 5 maggio, anche su Sky Cinema Due e Now.
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