Come nel grande classico della letteratura resistenziale edito da Einaudi, Lettere di condannati a morte della Resistenza europea, un’antologia di messaggi e missive di addio scritte da giovani donne e uomini torturati e uccisi da fascisti e nazisti (la prima edizione, del 1954, aveva la prefazione di Thomas Mann) anche Berlino, Estate ’42 si conclude con una lettera evocata anche dal titolo originale del bel film di Andreas Dresen, In Liebe, Eure Hilde (“Con amore, vostra Hilde”). Con tutto l’amore del mondo, la giovane Hilde Coppi affida a un cappellano del carcere, poco prima di essere giustiziata per decapitazione, le sue ultime parole, rivolte contemporaneamente a sua madre e a suo figlio, appena un lattante. I due resteranno insieme, sarà la nonna infatti a crescere il nipote strappato alla donna che l’ha partorito in prigione ed è riuscita ad allevare quel neonato sottopeso grazie alla sua grandissima forza di volontà e anche alla solidarietà delle sue compagne (che le passavano di nascosto qualche piccolo pezzetto di pane) ma persino di una carceriera. La sceneggiatura di Laila Stieler ha infatti un raro equilibrio che sfugge ad ogni schematismo nella descrizione di buoni e cattivi.
Ci sono dunque molte tragiche ombre ma c’è anche molta luce nel film presentato alla Berlinale 2024 e ora in uscita dal 20 marzo con Teodora. Il 1942 è l’anno in cui si svolge la vicenda di Hilde e Hans Coppi, due giovani che si conoscono e si innamorano mentre la seconda guerra mondiale sconvolge l’Europa. Fanno parte dell’Orchestra Rossa, un gruppo di oppositori al regime che mandano messaggi radio ai soldati tedeschi prigionieri di guerra e attacca volantini di notte. Meno conosciuti degli altrettanto giovani partigiani della Weisse Rose, raccontati anche al cinema con La Rosa Bianca – Sophie Scholl di Marc Rothemund (2005), meritano di diritto un posto nella storia e nelle coscienze contemporanee. E Hilde più di tutti con il suo quieto eroismo ben restituito dall’interpretazione pacata di Liv Lisa Fries. E’ una trentenne che mette l’umanità al centro di ogni suo gesto, tanto da meritarsi il riconoscimento persino dei nemici, ma non la grazia del Fuhrer che rifiutò di fermare la sua condanna a morte.
Hilde e Hans trascorrono la più bella estate della loro vita tra Berlino e una casa sul lago, ma la Gestapo li cattura e Hilde, incinta di otto mesi, viene imprigionata. Il racconto procede a cavallo tra le due dimensioni temporali, il recente passato gioioso e il carcere con la sua cupezza dove tuttavia lei non è mai vinta del tutto dalla disperazione. A unirla al marito resta sempre un filo, anche quando lui sarà giustiziato e il pastore le porterà in cella un ultimo messaggio d’amore: l’atea Hilde trova in questo prete gentile un alleato prezioso e fedele che le resterà accanto fino alla fine.
La giovane attrice Liv Lisa Fries ha incontrato Hans Coppi Jr – che presta la sua voce e le sue memorie all’epilogo del film – prima dell’inizio delle riprese, lui oggi è un 80enne che non ha mai conosciuto i suoi genitori ma non li ha mai dimenticati.
“Sono cresciuto nella Germania Est – racconta invece il regista – dove i combattenti della Resistenza venivano glorificati e rappresentati in un modo monumentale che inevitabilmente ti faceva sentire piccolo e patetico. ‘Non potrò mai essere così eroico’, ti dicevi, e questo alla fine rendeva un ottimo servizio alla stabilità del regime. In Berlino, Estate ’42 abbiamo deciso invece di evitare certi cliché della Resistenza, enfatizzando i momenti privati dei personaggi. La storia d’amore di Hilde e Hans Coppi è diventata il fulcro insieme alla loro forza interiore e quella dei loro amici. Dopotutto, non erano combattenti a tempo pieno: erano ventenni e trentenni che andavano a nuotare, facevano sesso, mettevano su famiglia insieme, ognuno con i propri sogni e speranze”.
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