Massimiliano Bruno: “Ragazzi, nessuno vi può giudicare”


COSENZA – Dicendo sì all’invito della Primavera del cinema italiano, Massimiliano Bruno, nato e cresciuto a Roma da mamma cosentina, ha solo risposto al richiamo delle origini. Arrivato al festival per incontrare i ragazzi del dipartimento Linguaggi del cinema della Unical, dopo il successo di Nessuno mi può giudicare che proprio qui a Cosenza ha riempito per settimane le sale, lo sceneggiatore diventato regista ha raccontato qualcosa di sé e della sua carriera non lesinando battute di spirito e consigli ai giovani che sognano un lavoro da autore come il suo.

 

Come si è avvicinato al mondo dello spettacolo?

Non pensavo di fare il cinema. Una decina di anni fa ero in teatro con uno spettacolo sulla strage di Bologna e in platea c’era un manager di Mediaset che alla fine della rappresentazione si è avvicinato facendomi i complimenti. Qualche tempo dopo sono stato reclutato per scrivere una fiction per Marco Columbro. Non ho mai smesso però di fare teatro e qualche anno dopo Gianandrea Pecorelli mi ha chiamato per offrirmi di scrivere il copione di un teen movie molto promettente, Notte prima degli esami. Da lì ho conosciuto Fausto Brizzi e Marco Martani e non me ne sono più liberato!

 

Perché ha aspettato tanto per esordire alla regia con “Nessuno mi può giudicare”?

Per 7 anni ho rifiutato di dirigere film. Aspettavo la storia giusta. Poi un giorno Fausto mi ha fatto leggere un suo soggetto intitolato “Mamma escort” e me ne sono innamorato. Avevo la possibilità di raccontare un personaggio femminile e di farlo con Paola Cortellesi con cui ho condiviso tanto fin dagli inizi quando calcavamo le scene di piccoli teatri romani.

 

Nella pellicola c’è anche un altro suo storico collaboratore, Edoardo Falcone.E’ stato difficile lavorare con lui fuori e dentro il set, visto che oltre a cosceneggiare il film ha anche interpretato un piccolo ruolo?

Edoardo fa la parte del masochista e credo sia uno dei personaggi più divertenti del film. Ha molte buone idee: ad esempio la battuta omaggio a Nanni Moretti è sua.

 

Com’è invece scrivere con Brizzi?

Noi due rappresentiamo due comicità diverse che s’incontrano: lui è più farsesco ma allo stesso tempo è metodico e tecnicissimo. E grazie a lui che ho imparato ad essere rigoroso nella stesura degli script. Capita spesso di non trovarci d’accordo, ma penso che il litigio sia l’anima delle collaborazioni. Nessuno mi può giudicare è molto attuale anche se è stato scritto in un momento in cui le escort non riempivano i titoli dei giornali.

 

Che idea si è fatto di quel mondo?

Quando abbiamo iniziato a lavorarci era appena uscito lo scandalo su Noemi Letizia. Non avevamo idea di quello che sarebbe venuto fuori né che la realtà potesse superare la fantasia. Tra le escort ci sono tante aspiranti soubrettine che rimarranno per sempre nell’ombra e anche qualche ragazza costretta dalle necessità: alcune aiutano i genitori a saldare pesanti debiti di gioco.

 

Che consiglio si sente di dare agli aspiranti registi-sceneggiatori?

Leggere tanto e qualsiasi cosa: libri, giornali, riviste. E parlare con tutti, dall’edicolante al portinaio perché solo chi ha la percezione del reale riesce a dare veridicità a personaggi e situazioni. Infine scrivere e proporsi in giro anche gratis: l’importante è non demordere, se pensate di avere talento non fatevi scoraggiare da nessuno.

17 Aprile 2011

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