Le preaperture della Festa, tra memoria e viaggio

La Festa del Cinema di Roma parte ufficialmente il 18 ottobre, ma già questa settimana si è nel pieno dell’attività grazie a una serie di preaperture, gran parte delle quali dedicate alla commemorazio


La Festa del Cinema di Roma parte ufficialmente il 18 ottobre, ma già questa settimana si è nel pieno dell’attività grazie a una serie di preaperture, gran parte delle quali dedicate alla commemorazione del 16 ottobre 1943, quando le truppe tedesche della Gestapo effettuarono il rastrellamento del ghetto di Roma.

A settantacinque anni da quei drammatici eventi, arrivano per mantenere la memoria l’intenso documentario di Pietro Suber, 1938 – Quando scoprimmo di non essere più italiani, rievocante soprattutto le vicende che portarono alla costituzione delle leggi razziali. Sulla stessa linea anche Sobibòr, 14 octobre 1943, 16 heures di Claude Lanzmann, che rievoca l’unica rivolta ebraica di successo avvenuta in un lager. E’ un film del 2001, che omaggia la recente scomparsa del regista, tra gli intellettuali che più si sono identificati nella necessità della memoria della Shoah. La razzia, 16 ottobre 1943, di Ruggero Gabbai, completa il dovuto ricordo di quei tragici eventi. Il documentario ripercorre una delle più tragiche pagine di storia italiana attraverso le voci dirette di chi l’ha vissuta.

Inoltre, la Festa propone anche quattro originali e brillanti progetti, situati in calendario tra il 15 e il 17 ottobre. Da Dons of Disco di Jonathan Sutak, sulla curiosa vicenda di Den Harrow, che negli anni ’80 dominava le classifiche europee con canzoni di successo come ‘Future Brain’, ‘Bad Boy’ e ‘Don’t break my heart’. A distanza di trent’anni arriva la rivelazione del fotografo americano Thomas Barney, che si dichiara la “voce segreta” di queste canzoni, che insieme al “presta immagine” Stefano Zandri avrebbero costituito la figura di Den Harrow, che cantava interamente in playback. Colpo di scena fenomenale che fa esplodere tra i due la rivalità. E’ una produzione Italo-Albanese-Argentina L’uomo che comprò la luna di Paolo Zucca, commedia su un agente segreto che deve risolvere questo mistero: qualcuno ha comprato la luna in Sardegna. Perciò, deve fare un viaggio nella cultura sarda, un viaggio comico che sarà anche un viaggio alla riscoperta di sé stesso in quanto è un sardo rinnegato. Fino alla scoperta decisiva: è stato un pescatore ad acquistare la Luna per una promessa fatta alla donna che ama.

Questo è mio fratello di Marco Leopardi parte dal documento di Massimo, che con la telecamera ricostruisce la sua lotta contro la depressione. Da queste riprese e dai filmini del padre, Marco, fratello di Massimo, parte per ricostruire questa storia attraverso la cinepresa, unico amico a cui il fratello ha saputo raccontare il suo dolore.

Infine c’è In viaggio con Adele, di Alessandro Capitani, con Alessando Haber, Sara Serraiocco e Isabella Ferrari, su una ragazza speciale.  Libera da freni e inibizioni, Adele indossa solo un pigiama rosa con le orecchie da coniglio, non si separa mai da un gatto immaginario e colora il suo mondo di Post-it, dove scrive tutto quello che le passa per la testa. Cinico e ipocondriaco, Aldo (Alessandro Haber) è un attore di teatro che, appoggiato da Carla (Isabella Ferrari) – sua agente, amica e occasionale compagna di letto – si trova alla vigilia della sua ultima grande opportunità nel mondo del cinema. L’improvvisa morte della mamma di Adele sconvolge i piani di Aldo che scopre solo ora di essere il papà della ragazza. 

15 Ottobre 2018

Roma 2018

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Shirin Neshat, esponente dell’arte visiva contemporanea, iraniana naturalizzata newyorkese, ha presentato alla Festa di Roma, nell’ambito del progetto Videocittà, il suo ultimo film: Looking For Oum Kulthum, un ennesimo incontro tra Oriente e Occidente, tra ritratto e autoritratto, con protagonista una donna, un’artista, una leggenda musicale egiziana

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Il colpo del cane di Fulvio Risuleo, prodotto da TIMVISION Production e Revok Film, è stato annunciato ad Alice nella città. Nel cast Edoardo Pesce, Silvia d’Amico e Daphne Scoccia, oltre a una partecipazione di Anna Bonaiuto


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