La rabbia di Brass attore


Torna a riaprirsi la querelle tra cinema artistico indipendente e duopolio cinematografico produttivo e commerciale, in Italia rappresentato da Medusa e Rai Cinema. L’occasione arriva con la pellicola La rabbia del giovane regista torinese Louis Nero, che lo ha anche prodotto (in collaborazione con Franco Nero) e in sala dal 29 febbraio distribuito dalla sua società L’Altrofilm. La vicenda raccontata dal film è quella di un giovane regista che cerca di realizzare una pellicola e, in mezzo a tante difficoltà, non si arrende grazie alla rabbia che gli consente di perseguire i suoi obiettivi. Nel cast di La rabbia i premi Oscar Faye Dunaway e Luis Bacalov (per le musiche), e i volti noti di Franco Nero, Giorgio Albertazzi, Philippe Leroy, Lou Castel e Arnoldo Foà . Nonché il regista Tinto Brass qui impegnato nella ‘inconsueta veste’, dopo diversi camei nei suoi film, di un produttore di pellicole erotiche.

Ed è proprio Brass a rinfocolare la polemica sul duopolio cinematografico: “Ho pensato mille volte di scrollarmi di dosso l’etichetta di autore di film erotici, ho provato pure a proporre delle storie diverse, ma mi sono scontrato con una sorta di censura preventiva: mi cancellavano gli appuntamenti e nemmeno rispondevano alle mie mail. Purtroppo in Italia esiste – sostiene il regista – un duopolio cinematografico troppo legato alla televisione che spesso sottovaluta la libertà del prodotto artistico”.

Brass è contento di essersi trovato questa volta davanti alla macchina da presa in un film “che fa emergere i sentimenti della rabbia in modo nobile: non c’è violenza né aggressività gratuita, ma solo il desiderio da parte del protagonista di realizzare la propria ambizione artistica e di non arrendersi”. Da veneziano doc il regista sa bene cosa si prova quando si è arrabbiati, ma da bravo gaudente conosce anche le valvole di sfogo per sublimare sentimenti aggressivi, magari con il sesso.

Ma dalla prossima estate Brass comincerà le riprese di Ziva. “E’ la storia di una donna croata che nel 1942, durante l’ultima guerra, custodisce un faro su uno dei tanti isolotti locali ed esorta un inglese, un nazista e un veneziano a disertare. La protagonista è straordinaria, un’esordiente italiana che di mestiere fa la psicoanalista”.

Anche Franco Nero se la prende con la ‘censura produttiva’ di casa nostra, “ma alla fine i film che rimangono nella storia sono quelli artistici. Ho creduto molto in questa storia e sento il dovere di sostenere le pellicole dei giovani, soprattutto se belle e motivate. Mi ha fatto piacere che, dopo aver ottenuto per la migliore interpretazione maschile il premio Diana (il César tedesco), il film di Louis Nero, che nonostante l’identico cognome non è mio parente, abbia avuto nel mercato della Berlinale un immediato interesse da parte dei paesi europei e non solo”.
Infatti grazie al venditore francese Wide Management La rabbia è pronto per essere acquistato da Germania, Francia e Stati Uniti. Più che soddisfatto il regista, giunto al suo quarto film, e ora in procinto di preparare una nuova sceneggiatura: “Si tratta de La vita immaginaria di Federico Fellini, sulla creatività del grande regista e che sto scrivendo documentandomi soprattutto con le persone che sono state vicino fino alla fine al regista”.

29 Febbraio 2008

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