‘La Croisade’ di Garrel e Casta, favola morale sull’emergenza ambientale

L'attore-regista racconta, nella sezione "Cinéma & climat" di Cannes, di una generazione di adolescenti determinati a salvare il pianeta


CANNES – Lunedì 12 luglio, giorno 7 del Festival di Cannes. Thierry Frémaux saltella sul palco della Salle Debussy e annuncia, con sollievo, che le nuove misure anti-Covid comunicate del presidente Macron consentiranno comunque al Festival di Cannes di andare avanti senza scossoni fino al gran finale di sabato sera. La cronaca di un’emergenza mondiale si fa spazio nel tempio del cinema attraverso le parole del direttore e poco dopo attraverso lo schermo grazie al film La croisade di Louis Garrel, presentato nella nuova, “effimera” sezione Cinéma & climat.

Nato da un soggetto covato per diversi anni da Garrel con lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière, scomparso a febbraio scorso – “Siamo stati molto legati, sono molto triste che oggi non sia qui, eravamo come Harold e Maude“, confessa sul palco il regista, con tenerezza – La croisade è una favola morale che ci mette di fronte alla possibilità, sempre più concreta ed evocata, della fine del mondo. “La storia che avevo immaginato con Jean-Claude, negli ultimi tre anni, è diventata sempre più attuale e urgente”, ammette Garrel nel presentare il film al pubblico della proiezione ufficiale. E aggiunge ridendo “ma tranquilli, il film dura poco più di un’ora”.

Precisamente un’ora e sette minuti, aperti da una carrellata a seguire l’attore-regista che percorre in Vespa le vie di Parigi, chiaro omaggio all’amico Nanni Moretti. Parcheggiato lo scooter, Abel (Louis Garrel) arriva quindi a casa, un appartamento borghese, dove trova la moglie Marianne (Laetitia Casta) e il figlio Joseph (Joseph Engel), tredici anni, che dopo qualche resistenza confessa di aver venduto il suo monopattino elettrico. E non solo: all’appello mancano anche il vestito Dior della mamma, gli orologi da collezione di papà e molti oggetti di valore “che tanto non usavate mai, infatti li ho venduti quattro mesi fa e non ve ne siete accorti”, si giustifica il ragazzo. In un crescendo esilarante tratteggiato con un tono surreale centratissimo, a poco a poco si svelano i piani di Joseph: lui e centinaia di altri adolescenti in giro per il mondo stanno raccogliendo soldi per finanziare un fantomatico progetto per salvare il pianeta.

La Croisade è un breve e divertito apologo che conferma il talento e la personalità di Garrel regista, oltre che attore, mettendo a fuoco l’abisso che si è scavato tra la generazione dei quarantenni e quella dei loro figli adolescenti. Con i primi ancora adagiati nelle sicurezze anacronistiche del vecchio mondo in cui sono cresciuti e i secondi che urlano ai genitori “non avete mai pensato a noi! Siamo angosciati!” e intanto prendono in mano la situazione, fanno rete, agiscono per cambiare le cose. Con una rabbia che sfocia anche in proclami sulla sovrappopolazione che “richiederebbe di eliminare un adulto su due”. I ragazzi di Garrel sono determinati – anzi costretti – a prendere al più presto il posto di questi adulti inadeguati, e si atteggiano da adulti anche nelle cose dell’amore.

Ne La croisade non potevano mancare riferimenti alla chiamata all’azione di Greta Thunberg, che non è solo evocata, ma anche mostrata attraverso le immagini di uno dei suoi discorsi più duri, mentre il racconto oscilla felicemente tra gli omaggi morettiani, la convincente cifra personale di Garrel ed echi spielberghiani nelle scene in cui i ragazzini si danno da fare per cambiare il mondo. Applaudito sulla Croisette, il film sarà nelle sale francesi il 22 dicembre e sarà distribuito in Italia da Movies Inspired.

13 Luglio 2021

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