Sessant’anni di avanguardia tra letteratura, televisione e cinema, raccontati da uno dei maggiori protagonisti di quella formidabile avventura. A sei mesi esatti dalla scomparsa di Angelo Guglielmi viene presentato oggi alla Triennale di Milano il suo piccolo-grande libro inedito. 99 pagine che vanno giù come un bicchiere di buona acqua fresca, piene zeppe di aneddoti illuminanti e di pura gioia di vivere: l’ultimo gioiello dello storico inventore e direttore di Rai3, grande intellettuale, scrittore e critico letterario, giornalista e saggista, già AD dell’Istituto Luce e membro del Comitato di Consulenza dell’Enciclopedia del Cinema. Perché, come lui stesso amava ripetere, “la cultura non è una cosa, ma un modo di fare le cose”.
“Eravamo degli sprovveduti? Per niente. Avevamo ragione? Assolutamente sì”, scrive Guglielmi in apertura del volume in cui ricostruisce l’origine e l’evoluzione di quel fenomeno letterario che prenderà il nome di Gruppo ’63: la Neoavanguardia, quel cartello di scrittori, poeti e registi uniti dall’intento di sovvertire il romanzo dominante dell’epoca. A fondare il collettivo – che “in una manciata di anni ha seminato il panico nel mondo della letteratura italiana, terrorizzato i lettori, allarmato Sciascia, incuriosito Moravia e divertito Calvino…” – sono il giovane Angelo Guglielmi e i suoi amici Umberto Eco, Alberto Arbasino, Giorgio Manganelli e Tatti Sanguineti: insieme, in quelle giornate sicule di ottobre del 1963, mangiando, ballando, recitando, polemizzando, bevendo passito e prendendosi gioco dei grandi scrittori del tempo, scriveranno un bel pezzo di storia del ‘900. Buona lettura e buon divertimento.
Angelo Guglielmi
L’avanguardia in bermuda, la formidabile avventura del gruppo ‘63
ARAGNO editore
99 pagine
15,00 €
Da Woody Allen a Paolo Sorrentino, il volume edito da 89Books racconta la "Roma da bere" con le foto esclusive dei party della Capitale
A 30 anni dalla scomparsa del grande attore, per le sue "straordinarie doti interpretative, al servizio del miglior cinema di impegno civile"
“Il miglior regista con il quale ho lavorato è stato Gillo Pontecorvo”, racconta il mitico attore in 'Le canzoni che mi insegnava mia madre', ripubblicato da 'La Nave di Teseo'
L’editore: “il libro è la memoria di un uomo che non ha più nulla da temere e nulla da nascondere”