Iole Mazzone: “Mio nonno Carlo mi ha insegnato i valori della vita”

L'attrice 22enne, nipote dell'indimenticato allenatore di calcio, è tra gli interpreti della commedia 'L'età giusta', che parla anche del rapporto tra generazioni diverse


Per Iole Mazzone la commedia L’età giusta, diretta da Alessio Di Cosimo, e disponibile su Paramount+, è stata la sua “prima esperienza importante, non solo per il ruolo, ma anche per le persone con cui l’ho condivisa”. L’attrice racconta a CinecittàNews che cosa ha significato per lei interpretare il personaggio di Giulia, una ragazza piena di forza di volontà, che ama la natura e la terra, e che dopo essere andata in giro per il mondo per studiare i paesi in via di sviluppo, rientra in Italia per aiutare il nonno a trasformare un casale di famiglia in un agriturismo 2.0.

In questo film che parla anche del rapporto tra generazioni diverse, la 22enne ricorda con noi il suo legame con il nonno Carlo Mazzone, storico e indimenticato allenatore di calcio scomparso nell’agosto scorso. Una figura da sempre centrale nella sua vita, che le ha insegnato i valori, e che la ragazza aveva omaggiato già nel 2022 nel documentario Come un padre, diretto proprio da Di Cosimo.

Iole, com’è stato lavorare a L’età giusta?

È stata un’esperienza davvero formativa, soprattutto lavorare con attrici e artiste di lunga carriera come Valeria Fabrizi, Gigliola Cinquetti, Paola Pitagora e Giuliana Lojodice. Vederle come alla loro età riescono a gestire i tempi sul lavoro sempre con grande vitalità, continuando a ricercare un modo per esprimersi al meglio, è stato davvero importante per una giovane attrice emergente come me.

Cosa ti è piaciuto del personaggio di Giulia?

Vorrei averla tascabile. È un mantra. Una ragazza che affronta le sfide della vita in maniera così diretta, che dice “prendi e parti”, è un esempio. Quando incontra Alessandro (Bertoncini) gli fa capire che sono tutte scuse quelle che lui si sta dando per non affrontare la vita in questo suo momento di confusione. Giulia è una boccata di aria fresca. Ha girato il mondo e a un certo punto ha deciso di tornare dove è nata dalla propria famiglia e aiutare suo nonno. Il bello di questo film è che racconti quanto ci possa essere uno scambio e un confronto anche tra generazioni diverse.

“Quello che ci lasciano i nonni non va buttato via”, dice Giulia. Sei d’accordo?

Assolutamente. Dobbiamo portare sempre con noi gli insegnamenti dei nonni. Carletto Mazzone è stato una figura importantissima per me. Anche ora che non c’è più, io e tutto il resto della mia famiglia lo sentiamo vicino a noi. È stata una persona che ha avuto tanto da raccontare. Mi ha insegnato i valori della vita, e cosa significhi coltivare una passione.

Quando hai capito che la recitazione era la tua passione?

Mi sono avvicinata a questo mondo per la sua atmosfera magica. Certo puoi rimanere anche abbagliata, ma non bisogna partire dall’idea di farlo perché si vuole diventare famosi. Questo è un lavoro artistico per il quale nutro un grande rispetto. Fare arte vuol dire lasciarsi attraversare da emozioni vere e condividerle con il pubblico.

Non è un mestiere facile, però…

Io sono appena all’inizio. Sono come in vacanza nel paese dei balocchi. Andrò avanti con tenacia in un mondo che sa essere anche competitivo. Non voglio però trasformare questa passione in un’ossessione, proprio perché questo mestiere non ti dà continuamente opportunità. Ci vuole tanto studio, ricerca e determinazione.

Quali sono i tuoi registi e attori di riferimento?

Amo moltissimo le commedie di Carlo Verdone e Paola Cortellesi. Mi piacerebbe lavorare un giorno con loro.

30 Dicembre 2023

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