Grazia Verasani


Nata artisticamente come attrice di teatro e poi autrice di romanzi, la scrittrice bolognese Grazia Verasani si dedica ora alla realizzazione di libri gialli e di sceneggiature per i thriller della Colorado Noir, casa editrice creata dal produttore Maurizio Totti e dal regista Gabriele Salvatores. Dopo aver seguito la trasposizione sul grande schermo di Quo vadis, baby?, per la regia di Salvatores, tratto dal suo omonimo libro, ha ora finito di scrivere l’ultimo thriller, dal titolo ancora top secret, sempre edito dalla Colorado: ancora una volta la protagonista è Giorgia Cantini, investigatrice privata bolognese, alle prese con un caso sul quale deve indagare. Da questo prossimo libro, in uscita a maggio nelle librerie, sarà tratto il serial tv in sei puntate prodotto da Sky. Grazia Verasani, nel frattempo, non abbandona la sua passione per il teatro: la sua pièce teatrale, From Medea, già presentata al Teatro Colosseo di Roma nel 2002, sarà di scena a Parigi nel marzo del 2006 e poi a Bologna nel 2007.

Verasani, quale film consiglia assolutamente di non perdere?
L’enfant dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne.

Perché?
Con pochi dialoghi, i due registi e fratelli belgi hanno realizzato una storia forte e intensa, dalla sofferenza fredda e sottile, priva di qualsiasi compiacimento. E’ un film che mi ha toccato profondamente anche per il modo particolare con il quale è girato.

 

Che genere di film preferisce?
Non sono una giallista purosangue, adoro le commedie e pure i gialli dalla suspense incalzante.

Qual è il film italiano più bello che ha visto di recente?
Quo vadis, baby? di Gabriele Salvatores.

Due buoni motivi per vederlo?
E’ un film diverso da ciò che solitamente siamo abituati a vedere in Italia: non è televisivo, ha una fotografia molto scura, con visi di attori nei quali chiunque può facilmente riconoscersi, perché non hanno volti imponenti titpici delle grandi star cinematografiche. E poi, la colonna sonora è molto bella.

Preferisce il blockbuster americano o il film italiano

d’autore?
I film italiani dei veri autori: ma purtroppo in Italia, pur essendoci tantissimi bravi registi, le sceneggiature peccano di banalità nei dialoghi e nella struttura della sceneggiatura.

Quale film sconsiglia assolutamente di vedere?
Ti amo in tutte le lingue del mondo di Leonardo Pieraccioni: è assurdamente scialbo e privo di interesse artistico o sociale.

Quale attore italiano ha apprezzato di più recentemente?
Andrea Renzi, perché adoro gli attori di cinema che hanno anche un background teatrale.

Qual è l’attrice italiana che più le piace?
Licia Maglietta.

E l’attore italiano che rimpiange di più?
Carmelo Bene: quando a 15 anni vidi un suo spettacolo sull’avanguardia teatrale, rimasi folgorata e m’innamorai definitivamente del teatro.

Quale film rivede sempre volentieri?
Il lungo addio di Robert Altman, tratto dal romanzo di Raymond Chandler.

A quale regista darebbe il Leone alla carriera?
A Woody Allen.

Qual è il più bel film d’amore che ha visto?
Adele H, una storia d’amore di Francois Truffaut, con Isabelle Adjani e Joseph Blatchley, e Via da Las Vegas di Mike Figgis, con Nicolas Cage ed Elisabeth Shue. Il primo per la sua carica erotica e sentimentale; il secondo per la devozione della donna che fa di tutto pur di salvare il suo compagno dall’alcolismo.

Quale genere di film non andrebbe mai a vedere?
Il genere fintamente erotico e fintamente educativo come Melissa P. di Luca Guadagnino.

Quale sarà il prossimo film che vedrà?
Me and you and everyone we know di Miranda July. Poi attendo con impazienza i prossimi film di Silvio Soldini e di Paolo Virzì.

Quale personaggio le sarebbe piaciuto interpretare sul grande schermo?
Tutti i personaggi interpretati da Hanna Schygulla diretta da Fassbinder: rappresenta lo stereotipo femminile più profondo, più interessante e più bello della cinematografia mondiale.

27 Dicembre 2005

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