Giorgio Albertazzi


“Io, come attore di teatro, nei confronti del cinema sono sempre stato molto diffidente, non ho mai provato grandi stimoli sul set”, dichiara Giorgio Albertazzi, che pure ha una cinquantina di film alle spalle. E che nel primo “vero” lungometraggio di Eros Puglielli, Tutta la conoscenza del mondo, interpreta un professore universitario di filosofia teoretica, un vero “barone” con più di un lato oscuro. “Stavolta ho cambiato idea, anche perché mi sono divertito moltissimo grazie al mio personaggio. Devo ringraziare Eros perché è stato lui ad aprirmi le porte del cinema”.

E come ha fatto Puglielli a compiere il miracolo?
In teatro ci si abitua ai grandi testi, ai grandi sentimenti, ai movimenti forti, mentre al cinema si è a contatto con una materia esteriore. Puglielli ha un tocco leggero ma non superficiale e si muove con una grandissima destrezza sull’immagine. Eros è un giovane regista lucido e ispirato, in lui poesia e matematica si fondono. E poi c’è Giovanna Mezzogiorno, che è un angelo espressivo, tenue e forte.

Lei ha interpretato un classico del cinema come “L’anno scorso a Marienbad”. Com’è stato recitare con Alain Resnais?
Ecco, quella è stata un’esperienza che sono assolutamente felice di aver attraversato, ma sul set non mi sono affatto divertito. Non riuscivo a trovare il senso di quello che facevo e nemmeno la mia partner, Delphine Seyrig, sapeva spiegarmelo. Chiedevo informazioni al regista e Resnais mi ripeteva semplicemente: ricordati che oggi è lunedì, oppure venerdì, senza aggiungere altro. Non sapevo nemmeno se era il lunedì della settimana prima o della settimana dopo. Poi il film è venuto fuori un quasi capolavoro e ha vinto anche il Leone d’oro a Venezia, ma le riprese sono state sconcertanti.

Le piace il cinema italiano di oggi?
No, perché vive di un’eredità malintesa del neorealismo. Sono film basati sul dualismo tra la materia e lo spirito, su un minimalismo puro e corrivo. In Tutta la conoscenza del mondo, invece, il dualismo non c’è. Ecco, nel cinema italiano di questi tempi mi sembra che il film di Eros possa lanciare se non un nuovo genere, almeno un momento di ricerca nuovo.

05 Febbraio 2001

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