Una mostra per “scoprire nuovi aspetti della personalità e dell’opera” di Federico Fellini, come “copioni, contratti, lettere, disegni foto di scena e di vita privata, manifesti e locandine, oggetti di scena e costumi, accompagnati da rari ed inediti documenti video, tra i quali alcune interviste con il regista”: è l’esposizione Il centenario. Fellini nel mondo, aperta al pubblico da oggi, 1 ottobre, fino al 9 gennaio 2022 a Barcellona, presso il Centro di Cultura e Memoria del Born.
La organizza l’Istituto Italiano di Cultura con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Madrid e del Comune di Barcellona Il progetto espositivo, curato da Vincenzo Mollica, Alessandro Nicosia e Francesca Fabbri Fellini, è stato promosso dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Esteri italiano, in occasione del centenario della nascita del regista (1920).
Quella di Barcellona è l’ultima tappa di un tour che ha già portato la mostra in altre otto città: Mosca, San Paolo, Vilnius, Tirana, Lubiana, San Pietroburgo, Buenos Aires e Kiev. Ieri sera — si legge in una nota — l’esposizione è stata inaugurata in presenza del console italiano a Barcellona, Emanuele Manzitti, del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Lucio Izzo, e di rappresentanti delle istituzioni locali. “Il Maestro – ha detto Manzitti — per la sua creatività, può essere simbolicamente considerato un vero cittadino di Barcellona, un membro della comunità italiana qui residente”. Per l’ambasciatore in Spagna Riccardo Guariglia, la mostra rappresenta un “segnale tangibile” della “volontà e capacità della cultura italiana di essere più che mai viva ed attiva anche nei periodi più critici”.
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Ospitata al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, l’esposizione intitolata Tonino De Bernardi: Cinema senza frontiere è a ingresso libero e sarà possibile visitarla dal 24 aprile al 9 settembre 2024 durante gli orari di apertura del museo
18 aprile - 31 ottobre, l’allestimento Al Blu di Prussia: 29 lavori esposti, tra cui 6 scatti inediti da La città delle donne, provenienti dalla collezione della nipote Daniela Barbiani, sua assistente alla regia dal 1980 al 1993
In sei mesi di apertura la mostra sul regista statunitense ha riscontrato un enorme interesse nazionale e internazionale