D’Amore e Marchioni, road movie d’amicizia

Nell'opera prima Drive me Home di Simone Catania, i due attori sono amici d'infanzia, emigrati dalla Sicilia, che si rivedono dopo anni. L'uscita In sala è prevista ad aprile 2019


Marco D’Amore, che prossimamente debutterà alla regia nella quarta serie tv di Gomorra, con i capelli a caschetto biondi è profondamente diverso dal Ciro di Gomorra. Il regista Simone Catania l’ha voluto rendere nell’esordio Drive me Home, in sala dal 26 settembre con Indyca – Europictures dopo la presentazione al TFF, il meno riconoscibile e D’Amore ha giocato con questa sua nuova maschera. Nel film, in programma nella sezione Festa Mobile, è Agostino un giovane siciliano che ha lasciato da tempo un piccolo paese tra le montagne dell’isola più per necessità che per scelta autentica. Soprattutto per vivere la propria condizione di omosessuale lontano dall’ambiente conservatore della famiglia e della provincia. Agostino ha un lavoro stabile, ma faticoso trovato in Belgio: è un camionista impegnato sulle rotte europee con tempi molto ridotti. A quindici anni di distanza viene rintracciato durante uno dei suoi viaggi da Antonio (Vinicio Marchioni), amico d’infanzia dello stesso paese, che se ne è andato a Londra a fare il cameriere ma ora è in difficoltà economiche che lo costringono a vendere la casa di famiglia dove ha trascorso un’infanzia spensierata e un’adolescenza in compagnia di Agostino.

Forse Antonio vorrebbe convincere Agostino ad aiutarlo prestandogli del denaro, ma quel rapporto d’amicizia d’un tempo pare essere finito. Tuttavia il viaggio che compiono insieme sul Tir con destinazione l’Italia evidenzia che nonostante la lunga separazione, un legame forte li tiene ancora uniti. “Il film è stato un viaggio nel viaggio. Mi sono da subito affidato alla sceneggiatura senza cercare di immedesimarmi nel personaggio di Agostino – dice D’Amore – Sia io che Vittorio siamo partiti dal sentimento della solitudine che governa il film e da cui si riaccende l’amicizia di un tempo. Siamo due trentenni sradicati il cui distacco dalla terra risale all’infanzia. Agostino cerca di allontanarsi il più possibile dal mondo cui proviene, tingendosi i capelli, imparando un’altra lingua”.

Il regista ha evitato di scivolare in una storia d’amore tra i due protagonisti, “forse tra i due c’è stato un innamoramento adolescenziale poi trasformatosi in amore platonico, in un’amicizia amorosa”. Per Marchioni il film è una storia d’amore maschile, una storia amicale ma d’amore. “Del resto il personaggio di Agostino esiste in rapporto con Antonio. Il loro è un viaggio metaforico alla ricerca di un’identità. il regista ci ha dato un grado di libertà che ci ha permesso di sovrapporre ai personaggi quello che accadeva nel rapporto attoriale tra me e Marco. Sono tanti gli immigrati che giungono in Italia e altrettanti i nostri giovani che sono costretti ad andare all’estero, quando potrebbero dare una spinta al paese. Eppure di loro si parla poco”.

Ragazzi in cui forte è la voglia di tornare. “Drive me Home vuole dunque far riflettere sul significato della parola ‘casa’, sul valore di un ritorno – afferma Catania – su quello che può sembrare l’ancora di salvezza per il futuro: ‘la terra’. Un film a suo modo militante di recupero delle origini, della terra e dell’identità non solo individuale ma anche collettiva”. Lasciare la casa o tornarvi, sembra questo il dilemma di Agostino e Antonio. “La casa non è un luogo fisico – sostiene il regista – ma sono gli affetti e le persone, per Agostino è il camion, per Antonio è quella che ha lasciato in Sicilia. Alla fine per entrambi la casa diverrà la loro amicizia, il sentirsi parte di una famiglia”.

Per D’Amore la casa come dice una vecchia canzone anarchica “la nostra patria è il mondo intero”, cioè un mondo in cui ciascuno trova le sue radici e insieme la libertà di sentirsi cittadino di questo pianeta. Drive me Home è stato girato in 5 settimane in Belgio, Germania, Trentino, Torino, Stretto di Messina e Sicilia.

Il film sarà presentato venerdì 4 ottobre al Nuovo Cinema Aquila di Roma, alla presenza del regista e del cast. 

Stefano Stefanutto Rosa
28 Novembre 2018

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