Cillian Murphy: “Dall’Irlanda un trauma collettivo non ancora guarito”

L'attore, candidato all'Oscar per 'Oppenheimer', apre Berlino 74 con 'Small Things Like These' sulla vicenda delle giovani donne segregate in convento e costrette ai lavori forzati come lavandaie


Il contesto è lo stesso di Magdalene, il bel film scritto e diretto da Peter Mullan, premiato con il Leone d’oro a Venezia nel 2002. Le Magdalene Sisters sono le terribili suore irlandesi che gestivano asili per le giovani donne rinnegate dalle loro famiglie dopo che si erano macchiate di peccati considerati molto gravi dalla benpensante comunità cattolica, con la conseguenza di gravidanze indesiderate. Tenute segregate e costrette a lavorare come lavandaie notte e giorno, vessate e sottoposte a punizioni e isolamento forzato, venivano anche separate dai figli “illegittimi” dati subito in adozione alla nascita. Un dramma collettivo che si consumava nella connivenza dell’intera comunità e delle stesse famiglie coinvolte. Ed è incredibile pensare che l’ultima di queste strutture venne chiusa soltanto nel 1996.

Small Things Like These, il film che apre Berlino 74, in concorso, racconta, sulla scorta del romanzo della scrittrice Claire Keegan (autrice anche di The Quiet Girl), rielaborato dal drammaturgo Enda Walsh, questa stessa vicenda ma dal punto di vista di un uomo, il carbonaio Bill Furlong. Mentre porta una fornitura di combustibile al locale convento, Bill rimane colpito da una scena sinistra che comincia a far risuonare qualcosa di lontano nella sua memoria, riportandolo all’infanzia. Figlio di una madre single, di cui porta il cognome, non sopporta di assistere alle angherie subìte dalle ragazze “ospiti” delle suore e in particolare di una di loro, che si chiama Sarah come sua madre, e che trova all’alba nel deposito del carbone, quasi assiderata e in stato di shock. Lentamente e progressivamente, con un dolore trattenuto che si esprime per minimi dettagli, Bill arriva a maturare una decisione profondamente morale che è anche un atto di riparazione verso la madre perduta quando era giovanissimo.

Un film caldo, girato quasi sottovoce, tutto nelle autentiche location che hanno ospitato la vicenda, in particolare il villaggio di New Ross, che offre all’attore irlandese Cillian Murphy, anche produttore, un ruolo importante, quello di un uomo sensibile e silenzioso, piuttosto distante dall’Oppenheimer con cui ha ottenuto la nomination all’Oscar e incassi stellari. “Ho percepito subito, leggendo il romanzo, che ne poteva uscire una storia meditativa e bellissima anche se fatta di piccole cose”.

Diretto da Tim Mielants, prodotto tra gli altri da Matt Damon e Ben Affleck con la loro Artists Equity, Small Things Like These si svolge in una piccola cittadina irlandese a pochi giorni dal Natale del 1985, un’epoca relativamente recente ma che sembra immersa nell’oscurantismo del passato. Bill, molto legato alla moglie (è l’attrice Eileen Walsh, amica di vecchia data di Cillian Murphy) e padre di cinque figlie, è un uomo abitudinario: lo vediamo più volte lavarsi le mani tinte dal carbone quando torna a casa dal duro lavoro. Non naviga nell’oro ma la piccola impresa a conduzione familiare gli permette di dare un’esistenza dignitosa alle amatissime figlie, mentre sua moglie spera di ricevere un paio di scarpe come regalo di Natale.

Il progetto nasce da una conversazione tra Matt Damon e Cillian Murphy: “Eravamo nel deserto del New Mexico durante le riprese di Oppenheimer – ricorda Damon – in quel momento stavo assistendo a qualcosa di straordinario e l’avevo detto a Ben. Due giorni dopo Cillian mi disse che aveva un progetto a cui teneva molto. E io gli ho subito proposto di farlo con noi”.

La società di Affleck e Damon ha come scopo proprio quello di dare a tutti una possibilità dentro al sistema industriale. “Per noi – afferma Damon – è stato naturale decidere di fare questo film per il livello delle persone coinvolte, sono dei grandi artisti che hanno deciso di affrontare un trauma”. Cillian aggiunge: “Quello delle Magdalene è stato davvero un trauma collettivo che ha segnato tutte le persone di una certa età, una ferita per l’Irlanda che il libro, e ora il film, possono aiutare a sanare invece di sprofondare quei fatti nel silenzio e nella vergogna. L’arte è spesso più potente delle carte bollate, degli articoli di giornale e dei saggi accademici. Chiaramente non posso parlare a nome di tutti gli irlandesi, ma so che questa vicenda non l’abbiamo ancora completamente elaborata e risolta”.

Damon punta apertamente su un patto di fiducia con il pubblico. “Questo film chiede agli spettatori di avere a cuore il cinema e credo che ci siano molti spettatori che hanno voglia di questo. Quando ho cominciato a lavorare, negli anni ’90, i film come questo erano tanti, facevano parte della nostra cultura e delle nostre vite. Oggi è più difficile ma è importante continuare a farli e sono felice di portare un progetto come questo nelle sale”.

Il regista, il belga Tim Mielants, che aveva lavorato con Murphy nella serie Peaky Blinders, definisce Small Things Like These come “una storia personale sul dolore e i diversi stadi che il dolore attraversa” e aggiunge che “gli uomini in quel periodo non avevano accesso alle loro emozioni”, mentre Emily Watson, che ha il ruolo di una ambigua madre superiora impegnata nel tentativo di comprare il silenzio compiacente di Bill, aggiunge: “Quando ho letto questa sceneggiatura sapevo che sarebbe stato uno dei migliori momenti della mia carriera, anche se il mio personaggio ha a che fare con il lato peggiore dell’essere umano”.

Nel 2013 l’Irlanda ha chiesto formalmente scusa alle migliaia di giovani donne che avevano subito abusi nelle lavanderie Magdalene.

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