Agnieszka Holland: “Che ipocriti i César”

La regista è a Berlino con il dramma storico Charlatan, in Berlinale Special Gala, in cui denuncia il regime socialista cecoslovacco e la macchinazione ai danni del guaritore Jan Mikolasek


BERLINO – “Per anni sia l’Academy americana che l’Accademia dei César erano al corrente dei fatti, ma Polanski è stato celebrato e onorato. Adesso, improvvisamente, il vento nella società è cambiato e lo stesso uomo viene respinto non solo negli Stati Uniti ma ovunque. Credo che le istituzioni si puliscano così la coscienza e vogliano mostrare una sorta di purezza morale ipocrita”. Così la polacca Agnieszka Holland interviene sul caso Polanski.

A Berlino con il dramma storico Charlatan, in Berlinale Special Gala, in cui denuncia il regime socialista cecoslovacco – come con Mr. Jones aveva puntato il dito contro lo sterminio in Ucraina voluto da Stalin. Lì un massacro di massa, qui la persecuzione contro un singolo uomo, prima amato da regime e poi caduto nella polvere, Jan Mikolasek (1887-1973). Nome sconosciuto ai più ma un tempo celebre per aver guarito centinaia di migliaia di persone con miscele di erbe. Non un medico ma un esperto di erbe officinali dotato di una capacità istintiva e “miracolosa” per la diagnosi, intuito affinato poi attraverso la frequentazione con una donna del popolo, una guaritrice che riusciva a diagnosticare qualsiasi malattia attraverso le urine dei pazienti. Tra i casi curati da Mikolasek ci furono anche il presidente della Cecoslovacchia comunista Antonin Zapotocky e il gerarca nazista Martin Bormann (e il guaritore fu sottoposto dai nazisti a un severo esame per capire se si trattasse di un ciarlatano).

Strutturato come una biografia con la narrazione parallela degli anni di formazione e ascesa e del declino, il film si concentra in particolare anche sulla relazione omosessuale di Jan con il suo aiutante e assistente František Palko, uomo leale fino al sacrificio, che venne incarcerato e processato con lui. Il successo e la ricchezza di Mikolasek, infatti, divennero sospetti nel periodo post staliniano e dopo la morte del presidente Zapotocky, che gli aveva sempre garantito immunità, l’uomo, che viene descritto nella sua complessità e ambiguità, si trovò invischiato in un’accusa costruita ad arte.

Racconta la regista 72enne, che nel 2017 ha vinto qui l’Orso d’argento con Spoor. “Oggi Jan Mikolasek è totalmente sconosciuto. Ma quando abbiamo cominciato a girare il film, molte persone ci hanno contattato per dirci che qualcuno della loro famiglia era stato guarito da lui. In fondo la sua figura è radicata nell’inconscio collettivo e ancora adesso ci sono degli eredi che usano le sue competenze per curare”. 

La sceneggiatura di Marek Epstein esplora il rapporto tra privato e politico e le molte facce di un uomo dedito in modo quasi maniacale alla cura del prossimo, spesso anche disposto ad aiutare economicamente i suoi pazienti più poveri, ma incapace di dimostrare un vero amore per coloro che gli sono più prossimi e pronto a tutto pur di seguire la propria ossessione. In lui troviamo slanci inconsueti di generosità e azioni crudeli e meschine, come quando spinge l’amante, di cui è geloso e che ama tenere in suo potere, a procurare un aborto alla moglie. “Charlatan – spiega ancora la regista – racconta la storia dell’ascesa e della caduta di Mikolášek. Della sua caduta morale e della sua costante lotta contro l’oscurità che aveva dentro. E’ la storia del mistero di un uomo con un dono speciale, un paradosso di forza e debolezza, amore e odio”. 

Mikolasek è interpretato dal popolare attore ceco Ivan Trojan e Frantisek da Juraj Loj, mentre il figlio di Trojan Josef, 18enne, lo incarna nei suoi anni giovanili. 

27 Febbraio 2020

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