Si è spenta dopo un lungo ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli, l’attrice Silvana Pampanini. Nata a Roma il 25 settembre 1925, era ancora una studentessa quando, a sua insaputa, la maestra di canto nel 1946 la iscrisse al concorso di Miss Italia. La vittoria ufficiale andò a Rossana Martini ma la bellezza di Silvana conquistò il pubblico della kermesse. Le vivaci proteste da parte di quest’ultimo determinarono l’assegnazione del premio ‘ex aequo’ alla bella romana che intraprese così la carriera di attrice.
Il concorso di bellezza fu infatti il trampolino di lancio nel mondo del cinema. Grazie anche a settimanali illustrati e cinegiornali, la popolarità della Pampanini negli anni ‘50 crebbe enormemente tanto da diventare il simbolo della bellezza italiana assieme a Lucia Bosé e Silvana Mangano.
I primi ruoli sul grande schermo, essendosi diplomata al conservatorio di Santa Cecilia, furono in pellicole musicali ma con il passare degli anni, spesso doppiata nella voce ma non nel canto, lavorò accanto a tutti i migliori attori italiani del dopoguerra come Totò, Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Walter Chiari, Amedeo Nazzari, Renato Rascel, Ugo Tognazzi, Carlo Dapporto e Rossano Brazzi. Oltre agli stranieri Jean Gabin, Henri Vidal, Jean-Pierre Aumont, Pierre Brasseur e Buster Keaton.
Il grande pubblico la conobbe con i film I pompieri di Viggiù (1949), O.K. Nerone e Bellezze in bicicletta, in cui cantò una delle più celebri canzoni dell’epoca. Nel 1952 recitò nel pluripremiato Processo alla città di Luigi Zampa, poi ne La presidentessa di Pietro Germi, Un giorno in pretura di Steno, La strada lunga un anno di Giuseppe De Santis. Nel 1964 Dino Risi la diresse ne Il gaucho nella parte autobiografica di una diva al tramonto.
Poi, per diversi anni, decise di abbandonare il grande schermo dove tornò in un ultimo ruolo di prostituta bionda per un episodio di Mazzabubù… Quante corna stanno quaggiù? (1971).
Dotata di una allegra autoironia come si vede bene nel “cammeo” regalato ad Alberto Sordi ne Il tassinaro (1983) è sempre stata anche una spiritosa polemista come quando si scagliò contro la “presunta erede” Gina Lollobrigida, rea di essersi sposata con un uomo molto più giovane, o come quando attaccò il sindaco di Roma, Walter Veltroni per averla ignorata al tempo della Festa del Cinema.
I funerali si svolgeranno venerdì 8 gennaio alle 11 nella basilica di Santa Croce al Flaminio, in via Guido Reni.
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