Addio a Maria Pia Fusco

La giornalista di Repubblica si è spenta a Roma a 77 anni, dopo una malattia breve e fulminante


La giornalista di Repubblica si è spenta a Roma a 77 anni, dopo una malattia breve e fulminante. Gli inizi come sceneggiatrice, poi l’entrata al quotidiano fondato da Scalfari. Memorabile il reportage nella casa di Kubrick. Nella sua carriera ha seguito i festival più importanti. L’amicizia con Loach, Polanski, Bertolucci. Era la “firma” di cinema più longeva del giornale, che oggi la descrive come “una giornalista discreta e poco narcisista anche se era stata inviata della redazione Spettacoli del quotidiano dove oggi noi colleghi la ricordiamo con l’affetto di anni e anni di lavori, discussioni, complicità, rabbie e risate”.

La sua passione per il cinema era iniziata durante l’università, come sceneggiatrice. Le piaceva ed era brava a scrivere. Le prime collaborazioni sono con una serie di film erotici e siccome oltre a essere era una bella donna, era anche una donna spiritosa e ironica, ricordava quegli anni con humour, aneddoti divertenti, “proprio io che sono figlia di un carabiniere” diceva con autoironia, raccontando che lei era stata la figlia ribelle, lo spirito libero, quella che se n’era andata a Londra (e infatti parlava benissimo l’inglese in anni in cui non era così usuale).

Nel ’72 il film Barbablù. Poi seguono Gli ultimi dieci giorni di Hitler e Daniele e Maria, una storia d’amore.Nel ’75 Tinto Brass la chiama per la sceneggiatura di Salon Kitty e poi gli adattamenti cinematografici del fumetto di Bonvi, Sturmtruppen, e Il maestro di violino. Intanto entra a far parte di Repubblica, nata da poco. Per trent’anni segue tutte le edizioni dei grandi festival Cannes, Venezia, Berlino, Londra, Marrakesh, le interviste ai più grandi protagonisti del cinema, dagli italiani Fellini, Germi, Olmi, Bertolucci, Moretti fino ai più giovani, molti dei quali suoi amici, così come star internazionali da Sean Connery a Polanski con cui stava per lavorare a una sceneggiatura proprio poco prima della strage in cui morì Sharon Tate. Rimasto leggendario il suo reportage dalla villa di Stanley Kubrick, pubblicato il 23 luglio del 98, in cui era riuscita a entrare grazie all’amicizia con lo scenografo Ken Adam.

I funerali si terranno venerdì 16 dicembre alle 12, nel cimitero acattolico della capitale, in via Caio Cestio 6 

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14 Dicembre 2016

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