A Spike Lee piace il cinema italiano

Ci sono diversi italiani d’eccellenza nella lista dei 100 film da vedere assolutamente che il regista Spike Lee consiglia ai suoi studenti della New York University


Ci sono diversi italiani d’eccellenza nella lista dei 100 film da vedere assolutamente che il regista Spike Lee consiglia ai suoi studenti della New York University, lista pubblicata durante la sua campagna sul sito Kickstarter per ottenere con il metodo del crowdfunding il milione e 250mila dollari che gli servono per il suo prossimo film. “Per 15 anni ho fatto il professore di cinema – dice in un video che accompagna il catalogo – il primo giorno di ciascun corso ho tirato fuori la lista dei film che secondo me bisogna aver visto se si vogliono realizzare film. Guardate l’elenco e segnate cosa secondo voi manca. Come dico ai miei studenti, se volete che il vostro film vi corrisponda il più possibile dovete aver visto grandi film, il cinema del mondo, che non può essere solo Hollywood. Educatevi, imparate, crescete, evolvete. Fate grandi opere”.

E tra queste grandi opere ci sono due Bertolucci (Il conformista e Ultimo tango a Parigi), tre Fellini (La strada, La dolce vita e 8 1/2), il Pontecorvo di La battaglia di Algeri, due Rossellini (Roma città aperta e Paisà), due De Sica (Ladri di biciclette e Miracolo a Milano). Nel resto della lista, molte sorprese, ma anche tante assenze. Come Chaplin, ad esempio, o il Quarto Potere di Welles, frequentemente citato come il più importante film della storia del cinema.  Tanto spazzio ovviamente al cinema americano: Penn, Kazan, Spielberg, Scorsese, Wilder, Coppola, Kubrick, Malick, ma anche autori inaspettati con ì Ferrara e Jarmush. Tra i britannici: David Lean, Hitchcock e l’unico film da regista di Charles Laughton, mentre scarseggiano i francesi, limitati alla sola trimurti Truffaut, Clément e Godard. Pochi anche gli orientali: Kurosawa e Imamura sono i soli per il Giappone, mentre Neill Bloomkamp con District 9 rappresenta il Sudafrica. E soprattutto, due soli autori afroamericani: il John Singleton per Boyz’n’ the hood e Charles Burnett per Killer of sheep.

31 Luglio 2013

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