4 aprile 2024, la rassegna stampa

Nella rassegna di oggi i commenti sulle candidature ai David e le interviste a Neri Marcorè, Erin Doom, Nicola Maccanico e Robert Guédiguian


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo.

I David e il ritratto del nostro Paese

La notizia più ripresa di oggi è ovviamente quella delle nomination ai David di Donatello, con il record di 19 candidature a C’è ancora domani, seguita dalle 15 di Io Capitano. Secondo Arianna Finos de “La Repubblica” “nelle candidature ai premi c’è la fotografia del Paese: Diritti, donne, migranti”. Secondo Claudia Catalli de “La Stampa”: “fanno discutere le candidature per il miglior esordio alla regia, non solo perché ad eccezione di Giacomo Abbruzzese con il suo Disco Boy sono tutti attori passati dietro la macchina da presa, ma anche per il mancato rinnovamento generazionale”.

‘Zamora’: Neri Marcorè, allenatore e padre

Uno dei film più attesi di oggi in sala è l’opera prima di Neri Marcorè: Zamora. Tra la pioggia di recensioni e segnalazioni, segnaliamo l’intervista su “Famiglia Cristiana” a firma di Gian Luca Pisacane. “Essere genitore è un mestiere complesso. – afferma il neo-regista che nel film interpreta il mentore, allenatore e padre putativo del protagonista – Forse una volta era più immediato, mentre oggi ha più sfumature. C’era una maggiore libertà, autonomia. Si cresceva prima, ci si facevano le ossa. Adesso c’è un’idea di protezione eccessiva che non aiuta. Ribaltiamo sui figli le nostre paure”.

Erin Doom, parla l’autrice de ‘Il Fabbricante di lacrime’

Al netto dello pseudonimo che ha scelto, Erin Doom è una scrittrice “italianissima”, che con Il Fabbricante di lacrime ha firmato il bestseller italiano del 2022, da oggi diventato un film per Netflix diretto da Alessandro Genovesi. In occasione dell’uscita del film, la intervista Valentina Ariete per “La Stampa”. “La mia adolescenza me la ricordo molto bene! – rivela l’autrice – La sensazione di sentirmi incompresa, a volte anche fraintesa. E un’età davvero molto particolare. Forse in Italia siamo poco avvezzi a scrivere di ragazzi così giovani, ma comunque c’è la volontà di ascoltare”.

Il ritorno di Mr. Ripley, il peggior nemico di se stesso

L’altro grande titolo di Netflix in uscita oggi è Ripley, serie tratta dai romanzi di Patricia Highsmith che è stata girata interamente in Italia e in parte negli studi di Cinecittà. “Non è un assassino nato. – dichiara il protagonista e produttore Andrew Scott, come riporta Francesca Scorcucchi de “Il Corriere della Sera” – Lui semplicemente tenta di sopravvivere. È un lottatore i cui peggiori nemici sono sé stesso e il castello di bugie che ha creato e che gli sta rovinando addosso”.

Maccanico e le future prospettive di Cinecittà

Su “Variety” troviamo l’intervista di Nick Vivarelli all’ad di Cinecittà Nicola Maccanico, che passa sotto la lente d’ingrandimento gli ottimi risultati dello scorso anno, nonostante i disagi provocati dagli scioperi: “Siamo riusciti a crescere del 20% in termini di fatturato, – spiega Maccanico – che poi ha generato l’utile di 1,8 milioni di euro in un anno segnato dagli scioperi di scrittori e attori negli Stati Uniti. Questa, a mio avviso, è una conferma inequivocabile del nuovo posizionamento di Cinecittà”. Ma un occhio va anche al futuro, che riserva tante nuove opportunità di crescita: “Nel giugno 2023, raggiunto il nostro obiettivo di crescita – che ha attivato i finanziamenti – abbiamo lanciato gare per la costruzione di nuove strutture e da marzo 2023 abbiamo aperto nove cantieri. Entro il 2026 avremo cinque nuovi palcoscenici e ulteriori 12.000 metri quadrati di capacità produttiva”.

Robert Guédiguian: “Siamo tutti migranti”

Arriva nelle sale dal 11 aprile E la festa continua!, il nuovo film Robert Guédiguian, regista marsigliese “da sempre in prima linea nelle lotte sociali”, come lo definisce Fulvia Caprara de “La Stampa”, che lo ha intervistato. “La nostra storia andrebbe re-insegnata ai ragazzi di oggi, – afferma il cineasta – in modo robusto, per far capire loro che il mondo in cui viviamo è frutto delle migrazioni, che esiste perché le persone si sono sempre spostate da un luogo all’altro. Siamo tutti migranti, e non dobbiamo avere paura di chi arriva da fuori, la presenza di queste persone è solo fonte di arricchimento”.

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