Folla alla Protomoteca in Campidoglio alla camera ardente di Paolo Villaggio. Il ministro della Cultura Dario Franceschini, i registi Neri Parenti, Paolo Sorrentino, Maria Sole Tognazzi e gli attori Lino Banfi e Enrico Montesano hanno reso omaggio la mattina a Paolo Villaggio in Campidoglio.
“E’ stato un grande intellettuale, è entrato in modo intelligente e ironico nelle nostre vite e anche in quelle delle nuove generazioni”, ha spiegato Franceschini, tra i primi ad arrivare alla camera ardente.
Davanti alla bara, posta su un tappeto rosso, il cuscino di rose bianche della famiglia. “Sarebbe felicissimo dell’addio in Campidoglio e soprattutto della presenza di tutte queste persone, mi diceva sempre che la vera sfortuna è morire durante i mondiali perché non ti si fila nessuno – racconta il figlio Pierfrancesco – Ho avuto la fortuna di stargli molto vicino negli ultimi 5 anni e questo mi ha dato modo di instaurare un rapporto che non avevo mai avuto prima. Ogni volta che tornavo da un viaggio con lui ero esausto perché era una persona complessa – ri, corda ancora -, oggi pagherei per fare uno di quei viaggi. Non sono io a doverlo dire, ma della sua eredità artistica resterà sicuramente la maschera di Fantozzi, con il rispetto dovuto quella interpretazione me lo fa paragonare a Totò”.
Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono arrivati nella sala della Sala della Protomoteca passando dall’interno dell’edificio del Campidoglio ed evitando così la folla di cronisti e cameramen. “Villaggio era oltre la professione, un po’ come attori come Jack Nicholson, era straordinario – afferma Grillo – Ho conosciuto il figlio e anche la moglie, mi ha fatto molto piacere, non deve essere stato facile convivere con una persona geniale così. Sono generazioni che se ne vanno e per quelle nuove e, secondo me, sarà difficile superarle”. E a chi gli chiede se sia ancora attuale la maschera di Fantozzi, Grillo risponde: “Ma stai scherzando? È un’invenzione e ci sarà sempre, lui è ai livelli di Keaton, Chaplin, con una personalità strepitosa: ne sapeva qualcosa Gassman che era uno forte ma è stato sommerso dalla personalità di Villaggio”.
Dopo la chiusura della camera ardente di Villaggio alle 16.30, si è svolto il funerale laico al Teatro all’aperto della Casa del Cinema.Tante persone, colleghi e amici si sono ritrovati per dare l’ultimo saluto al grande artista. Oltre ai figli Elisabetta e Pierfrancesco e la moglie Maura, hanno partecipato all’evento, tra gli altri, Maria Sole e Ricky Tognazzi, Renzo Arbore, Walter Veltroni, Paolo Cirino Pomicino, Neri Parenti, Luca Cordero di Montezemolo, Roberto D’Agostino, Simona Izzo, Dori Ghezzi, Milena Vukotic, Massimo Boldi, Carlo Vanzina, Lina Wertmuller, Carlo Freccero e Luca Bergamo.
Si comincia con la canzone del genovese Fabrizio De Andrè dal titolo “Carlo Martello”, e poi arriva subito la voce stessa di Paolo Villaggio tratta dall’intervista (l’ultima) fatta da Mario Sesti nel documentario La voce di Fantozzi.
E’ una celebrazione a più voci introdotta dal direttore della Casa del cinema Giorgio Gosetti. Da Milena Vukotic a Ricky Tognazzi che ricorda l’amore di Villaggio per i funerali: “Bisogna pianificare la dipartita – mi diceva sempre -. Ovvero morire prima dei Tg delle 20”. Walter Veltroni lo paragona invece a Chaplin, Keaton, Allen, “quegli artigiani geniali di vite inventate o rubate. E poi – aggiunge – tutti noi siamo stati Fantozzi. Chi per un minuto e chi per una vita intera”.
Il regista Neri Parenti è commosso: “Tra di noi c’era uno strano rapporto di padre e figlio. Solo che ero io il padre, nonostante la differenza di età, perché lui era sicuramente più discolo di me. Comunque quelli furono anni meravigliosi che non scorderò mai”.
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