Trent Film punta sull’onda anomala dalla Grecia

La star della scrittura ellenica, Efthimis Filippou, collaboratore di Yorgos Lanthimos, firma l'opera prima di Babis Makridis L che arriva in sala dal 30 luglio con la neonata Trent Film


Il più internazionale degli sceneggiatori greci, la star della scrittura ellenica, Efthimis Filippou, collaboratore di Yorgos Lanthimos, premiato per Alps (Best Screenplay a Venezia), candidato all’Oscar per The Lobster, firma l’opera prima di Babis Makridis L che arriva in sala – e non su piattaforma come il distributore ci tiene a precisare – dal 30 luglio con Trent Film, etichetta nata quest’anno a Padova che intende specializzarsi nel cinema indipendente e d’autore con scelte coraggiose.

La poetica estremista a cui Lanthimos ci ha abituato, e che ne ha fatto la fortuna internazionale, materiata di alienazione e realtà allo stesso tempo quotidiana e alterata, di umorismo freddo e angoscia esistenziale inespressa ma esplosiva, di ritualità e ripetizione del gesto con echi dal mondo della tragedia classica, e di testi volutamente enigmatici e involuti, viene qui portata alle estreme conseguenze in un esordio ambizioso e bizzarro anche se non compiutamente riuscito che si inserisce a pieno titolo nella Greek Weird Wave, un’onda anomala di cui fanno parte, oltre al celebrato Lanthimos, anche autori come Athina Rachel Tsangari e Yorgos Zois.

La “L” del titolo indica il principiante alla guida (“Learner”, da noi si usa la “P” di praticante). Il protagonista, invece, è un guidatore provetto (Aris Servetalis), tanto affezionato alla sua auto da viverci dentro e non uscirne mai. Lì incontra amici e familiari, lì festeggia il compleanno con moglie e figli, lì dentro dorme (lasciando le scarpe fuori dall’abitacolo) e grazie alla macchina sbarca il lunario consegnando miele di prima qualità a un solo esigente e dispotico cliente affetto da narcolessia. La sua vita sembra regolata e, per quanto infelice, immutabile, finché l’incontro con un banda di motociclisti non rimette in discussione le sue certezze tanto da portarlo a uscire dalla sua tana. Anche qui, come in The Lobster, c’è un uomo-animale, un orso amico del guidatore e avido di miele, che sembra essere un marchio di fabbrica dello sceneggiatore Filippou. 

Babis Makridis (classe 1970) ha studiato cinema alla Stavrakos Film School. Il suo cortometraggio The Last Fakir (2005) ha vinto il Premio per l’esordio al Drama Short Film Festival, in Grecia. Nel 2019 è stato distribuito in Italia Miserere, presentato a Sundance e al Torino Film Festival e premiato come miglior film dalla Hellenic Film Academy. Quest’anno, prima del lockdown, ha circolato in diversi festival il suo Birds, un lavoro a metà tra fiction e documentario ispirato a Gli Uccelli di Aristofane.

Cristiana Paternò
29 Luglio 2020

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