Shadows, tre donne e un segreto

​Un thriller psicologico dall’ambientazione post-apocalittica la nuova pellicola di Carlo Lavagna (Arianna) in Concorso ad Alice nella città e nelle sale il 16, 17 e 18 novembre


In Concorso ad Alice nella città il nuovo film di Carlo Lavagna, che aveva fatto il suo esordio alla regia con Arianna e che ora presenta un thriller psicologico dall’ambientazione post-apocalittica, Shadows, con protagoniste due sorelle adolescenti, Alma e Alex interpretate rispettivamente da Mia Threapleton (nella realtà figlia di Kate Winslet) e Lola Petticrew, che vivono nascoste in un albergo abbandonato, al centro di un bosco impenetrabile, lontane dalla luce, insieme alla loro madre, Saskia Reeves, secondo il regista perfetta per il ruol “perché ha un’innata commistione tra donna inquietante ed estremamente dolce”. La madre è una donna severa e rigorosa, ma anche protettiva, che ha insegnato la vita selvaggia nei boschi alle ragazze e imposto loro una serie di regole per proteggerle da misteriose insidie provenienti dal mondo esterno. Nel film viene rappresentato un mondo distopico e apocalittico che, visto in era Covid, diventa facilmente metafora dell’universo attuale: “Il mondo già ha cambiato profondamente le sue abitudini- sottolinea il regista – È un periodo strano, in cui questo film è quasi diventato neorealista, nel senso che l’assurdo che racconta – una madre che tiene isolate le sue figlie in un bosco  – oggi quasi non lo è più”. 

Delle due protagoniste Alma è una figlia amorevole e una sorella protettiva, ma a un certo punto avverte qualcosa che le inizia a smuovere gli equilibri. Alex è più determinata e coraggiosa e sarà lei a infrangere le regole, a sparire, spezzando coì l’apparente equilibrio delle loro vite. Portando alla luce in Alma un inquietante segreto e una terribile verità a lungo tenuta nascosta, che smonterà quel mondo parallelo così faticosamente costruito. Rispetto al film precedente di Lavagna, Arianna, comune l’elemento della ricerca dell’identità: “In Arianna era analizzato dal punto di vista di identità di genere, ma c’è sempre il distaccarsi dalla famiglia, dal portato da cui si viene. La mia cifra è raccontare delle storie che dicano del cambiamento, del diventare adulti ed essere se stessi, che poi è il viaggio di una vita, non solo dell’età dell’adolescenza.” 

“Il nucleo principale gira intorno al tema del rapporto madre-figlia in una condizione di isolamento in cui la reciproca dipendenza prende sfumature psicotico-ossessive. – sottolinea il regista – In questo senso il film è il racconto dell’inevitabile esplosione di questo incastro viscerale nel momento in cui Alma, una figlia vessata, riesce, grazie all’aiuto di una sorella minore più ribelle, a liberarsi dalle catene di una madre iperprotettiva. Nel compiere questa difficilissima liberazione, come un ostaggio nei confronti del proprio carceriere, Alma svela non solo la dipendenza malata verso sua madre, ma anche e più violentemente, la dipendenza della madre nei suoi confronti”. 

Inevitabile la curiosità sul come sia stato dirigere la figlia di Kate Winslet: “Facilissimo, deve essere una questione di genetica, mi piacerebbe lavorare di nuovo con lei. Inizialmente non doveva fare la protagonista Alma, aveva fatto il casting per la sorella Alex, abbiamo però scelto di richiamarla per provare una scena difficile in cui le altre attrici non ci avevano convinto, quella dell’attraversamento del fiume in cui il personaggio di Alma cambia vari stati d’animo. L’ha fatta alla perfezione, e da quel momento è stata incredibile per tutto il film”.

Parlando della location principale, l’hotel in stile Anni ’70 in cui vivono isolate le donne, rapportato all’elemento claustrofobico insito nella trama stessa del film, il regista ha confermato che la scelta di un albergo, piuttosto che di un appartamento o uno chalet di montagna è venuto fuori nel tempo, per dare uno spazio alle ragazze che fosse abbastanza grande per farle muovere, pur in uno spazio claustrofobico. “Mi piaceva l’idea di una famiglia di sole donne intrappolate in un luogo isolato e irraggiungibile ma dentro al quale fossero libere di muoversi con apparente libertà. Questo ha fatto sì che il film respirasse pur svolgendosi quasi esclusivamente in un unico ambiente”.

Shadows, prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere, e scritto da Fabio Mollo, arriva nelle sale con un’uscita evento di tre giorni, il 16, 17 e 18 novembre con Vision Distribution: “Abbiamo cercato di trovare il nostro primo film con una vocazione internazionale – sottolinea la distribuzione – Shadows rappresenta per noi una proposta per i mercati internazionali. Il film è una sfida distributiva importante: è fondamentale che questo tipo di film vada in sala, anche se in questo periodo possibile solo con questo tipo di uscita evento. Noi siamo abituati a vedere il film di genere su una piattaforma, ed è un peccato”.  

21 Ottobre 2020

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