Sant’Antonio torna alle origini


Antonio, guerriero di DioDopo cinque anni di preparazione, 32 sceneggiature, 9 settimane e mezzo di riprese e grazie a un budget di 4 milioni e mezzo di euro, esce nelle sale, distribuito da 01, il film Antonio, guerriero di Dio, diretto dall’esordiente Antonello Belluco, prodotto dalla AB di Angelo Bassi, con il contributo del ministero per i Beni Culturali.
Nei panni del santo, l’attore spagnolo Jordi Mollà non è doppiato. Anzi, ha studiato settimane per poter recitare in italiano ma con un accento portoghese, per ricordare le origini di Sant’Antonio. Ad affiancarlo nel cast figurano – tra gli altri – Paolo De Vita (Fulco) e Andrea Ascolese (Belludi).
“Questo – ha ricordato il regista – è il primo film per il cinema su Sant’Antonio nonostante sia il santo più popolare e famoso del mondo e il santo canonizzato nel più breve tempo possibile, a soli 11 mesi dalla sua morte, avvenuta il 13 giugno 1263. Vengo da molte regie di pubblicità e questo è il mio primo film. Avevo sempre pensato che lo avrei realizzato sulla figura di questo santo, verso il quale ho un rapporto di devozione e amicizia. Anche se so che in un mondo blasfemo, questa mia affermazione può apparire strana, è proprio così. Antonio era un santo dedito allo studio, all’insegnamento e alla predicazione, era un grande dottore della Chiesa. Era un nobile, prima agostiniano e poi francescano. Ma io ho voluto mettere in risalto la sua figura laica, sociale e politica, di un uomo che è sempre stato dalla parte degli ultimi. La sua vita viene raccontata e vista da Folco, un ladro che lo insegue convinto di potergli rubare un tesoro e a mano a mano ne scopre invece la grandezza”.
Per Jordi Mollà è stato un personaggio molto difficile. “Anche tecnicamente perché ho dovuto imparare l’accento portoghese. Ogni volta che tornavo a Madrid, nonostante leggessi tanta letteratura sull’argomento, mi rendevo conto di perdere la forza del personaggio. Ma appena sbarcavo in Italia e vedevo la spiaggia di Ostia, riuscivo subito a immedesimarmi di nuovo in Antonio, a capirlo. Molte comparse si facevano il segno della croce, mentre lavoravo sul set, come se io potessi avere una qualche connessione con il santo: quella gente mi ha aiutato molto a entrare nel personaggio. C’era inoltre il pericolo di perdersi tra le infinite immagini e le tante leggende che si raccontano su Sant’Antonio. Allora, ho focalizzato tre importanti riferimenti per la mia recitazione: Papa Wojtyla, Gandhi e Che Guevara, che possedeva uno spirito rivoluzionario e guerrierro che in qualche modo poteva ricordare quello di Sant’Antonio, un uomo che ha lottato fino alla fine per le sue idee di giustizia”.

05 Giugno 2006

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