L’autrice del romanzo ‘Da una storia vera’, Delphine de Vigan, condivide l’omonimia con il personaggio di Emmanuelle Seigner (Delphine Dayrieux), protagonista dell’ultimo film di Roman Polanski, Quello che non so di lei. Un “sapere” speculare nell’ossessivo rapporto tra Delphine e l’affascinante Elle (Eva Green). Delphine è una scrittrice di successo che attraversa però un periodo di crisi creativa. Elle però sembra capirla profondamente. Polanski usa la bellezza femminile per dare eco massima al cuore della storia: inizialmente sembra stabilirsi un profondo regime di comprensione in nome dell’assoluta empatia per l’appartenenza al genere femminile. Ma si resta in bilico, soprattutto nella seconda parte del film: una strada piovosa da Parigi verso la campagna fa volgere il racconto verso il profilo thriller. Delphine, autrice di un best seller dedicato alla madre, viene minacciata da lettere anonime che la accusano di aver reso pubbliche intime questioni familiari. Seguono paura, desolazione e crisi.
L’enigmatica Elle è, per Delphine, il lettore perfetto, l’ammiratrice confortante. Qui si riconosce la mano di Polanski, che riutilizzando e manipolando tematiche a lui care stupisce per la prima volta con un confronto tutto al femminile, un vis-à-vis fermo ed efficace fatto di stoccate e attacchi laterali, che convince grazie alla prova delle due interpreti, che sostengono in maniera perfetta l’equilibrio tra verità e finzione, in un’affascinate status di ambiguità, limbo in cui risiede il piacere della messa in scena.
Il film è stato sceneggiato con Olivier Assayas, su soggetto dell’autrice del romanzo. Non manca, comunque, l’elemento maschile, qui incarnato da Francois (Vincent Perez,) nel film compagno della Seigner. La colonna sonora è invece affidata ad Alexandre Desplat. Girato nell’inverno tra la fine del 2016 e l’inizio dello scorso anno, il film è passato poi al Festival di Cannes, fuori concorso: già distribuito in Francia da quattro mesi, esce in Italia dal 1° marzo, con Leone Group e 01 Distribution.
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