“Che onore. Che onore”. Ma “la violenza maschile sulle donne ora cessi di essere l’indegno fenomeno sociale che ogni giorno affligge questo Paese”. Dopo aver polverizzato ogni record al botteghino, vari premi e riconoscimenti, Paola Cortellesi e la sua opera prima da regista C’è ancora domani, prodotto da Wildside – Fremantle e Vision Distribution – con Sky e Netflix, approda alla Camera dei Deputati, con una speciale proiezione in occasione della Giornata internazionale della donna, in un’affollatissima Aula dei Gruppi parlamentari.
In platea, aveva raccontato poco prima dell’inizio la vicepresidente della Camera Anna Ascani, “tre istituti scolastici, un centinaio di cittadini di ogni età, anche qualche nonna che fa parte della generazione che il meraviglioso film di Paola Cortellesi racconta. E’ importante presentarlo qui – spiega – perché questo film parla di emancipazione femminile, di autodeterminazione, di libertà, ma parla anche di politica, dell’importanza dell’istituzioni democratiche e di quanto il protagonismo dei cittadini può fare per renderle forti. Dare questo messaggio ai ragazzi e alle ragazze alla vigilia della festa della donna è quanto di più alto la Camera può fare”.
Nel presentare il film, Ascani ricorda “che le conquiste vanno difese” e cita anche alcuni dei dati bui dell’Italia delle donne come “il gap salariale, con le donne che a parità di mansione guadagnano il 30% in meno”, “le disparità nel lavoro di cura, con l’80% dei congedi ancora richiesti dalle donne”, “la negazione di quello che c’è scritto nella legge 194 e i tentativi di cancellarla più meno espliciti” e poi “la violenza di genere, i femminicidi, Giulia Cecchettin e tutte le altre: già 17 dall’inizio dell’anno. Spero – conclude la vicepresidente – che questo film arrivi a chi lo guarda così come è arrivato a me: una riscoperta del senso profondo delle battaglie politiche che noi facciamo, delle conquiste che spesso appaiono scontate persino a noi, di tutta la strada che abbiamo ancora davanti” per “costruire un futuro migliore di parità e democrazia. In questo senso il film di Paola Cortellesi parla anche e soprattutto di politica”.
Poi la parola a lei, la regista rivelazione dell’anno. “Sono onorata – esordisce Cortellesi tra gli applausi e le mimose – di essere qui con questo film con cui ho voluto raccontare i diritti negati ma anche quelli conquistati, gli stessi che consentono a voi onorevoli di sedere qui in Parlamento e a tutti i cittadini di manifestare liberamente il proprio pensiero, attraverso la parola, lo scritto e con ogni altro mezzo di diffusione. Ad accompagnarmi oggi ci sono i produttori che ringrazio per aver voluto fortemente realizzare questo mio primo film, che sulla carta per tema, ambientazione e stile narrativo non era certo la promessa di un sicuro successo”.
Ma, prosegue, “ad animarci è stato il desiderio di affrontare un tema, quello della violenza sulle donne, che ci sta molto a cuore e sicuramente sta molto a cuore a tutte e tutti voi che avete l’onore e la responsabilità di sedere in quest’aula. Consentitemi di sfruttare il temporaneo privilegio di parlare qui oggi, per auspicare da comune cittadina che, al di là degli schieramenti politici che rappresentate, sappiate procedere uniti per far sì che le nuove generazioni ricevano lungo il percorso scolastico un’adeguata formazione all’affettività e al rispetto, affinché sin da piccoli imparino che amare non vuol dire possedere o subire. E la violenza maschile sulle donne cessi di essere l’indegno fenomeno sociale che ogni giorno affligge questo paese”.
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