Presentato e ben accolto dalla critica del 37° Torino Film Festival, sarà proiettato a Roma, al Farnese ArtHouse, lunedì 25 ottobre alle ore 19:30, Lucus a Lucendo. A proposito di Carlo Levi, il film documentario che racconta l’attualità di uno degli intellettuali più influenti del XX secolo.
Corpo e voce narrante del film è Stefano Levi Della Torre, pittore e nipote di Carlo, impegnato nella ricerca di un soggetto per la sua tela bianca che possa racchiudere i simboli dell’impegno politico e artistico di Levi. Una ricerca che lo porta tra la Liguria, il Piemonte, Milano, Firenze, Roma, la Lucania, la Bretagna e Parigi in un viaggio fisico e interiore nell’universo leviano. Il documentario attraversa gli anni più sensibili del Novecento italiano, stagione che Carlo ha vissuto e raccontato con la propria arte.Levi, scrittore mondialmente noto per il capolavoro Cristo si è fermato a Eboli, pittore, medico, uomo politico condannato al confino, antropologo e poeta per vocazione, rappresenta tuttora una voce attuale e più che originale, unica, che attraversa nel tempo le sue diverse tensioni.Il film, realizzato da Alessandra Lancellotti ed Enrico Masi, è una produzione Caucaso in associazione con Istituto Luce e in collaborazione con Domvs Films e AAMOD, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Alla presentazione saranno presenti i due registi.
Con l’espressione “Lucus a non lucendo”, bosco della non luce, Carlo Levi descriveva il paesaggio verde e oscuro conosciuto durante il suo confino, in un territorio che oggi ospita la Capitale Europea della Cultura. A distanza di due generazioni Stefano Levi Della Torre intraprende un viaggio nei luoghi del confino e della vita pubblica di Carlo, con l’obiettivo di creare un’opera pittorica che possa racchiudere i simboli dell’impegno politico e artistico di Levi. I compagni di viaggio sono Carlo Ginzburg e Alessandra Lancellotti, che incarna un nuovo discepolo, ruolo che Stefano aveva ricoperto con Carlo. Il documentario è un confronto dialettico che alterna il paesaggio pittorico a quello memoriale, per divenire opera a sé stante in cui uno dei capolavori dell’antropologia italiana, Cristo si è fermato a Eboli, trova una nuova traduzione cinematografica.
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